Scrittura,  Vita da scrittori (e non)

Kit di sopravvivenza per scrittori

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6 risorse che ti serviranno se vuoi davvero scrivere

Parlare di sopravvivenza forse è esagerato, nel caso degli scrittori, ma una cosa è certa: come in ogni posto di lavoro, anche per scrivere farebbe comodo iniziare già dotati di esperienza. Peccato che sia impossibile. Si eviterebbero depressioni, arrabbiature ed errori piuttosto sciocchi, a volerli guardare con un certo realistico distacco.

Invece si parte da zero, e le sciocchezze di cui sopra diventano una parte importante del percorso. Ma se qualcuno vi chiedesse: “cosa mi serve davvero per scrivere?”, come gli rispondereste?

Per conto mio, ecco cosa gli consiglierei di mettere in valigia per fare un buon viaggio.     

Kit di sopravvivenza per scrittori?
Kit di sopravvivenza per… scrittori?

Passione genuina

Per scrivere bisogna prima di tutto divertirsi. Non è aria fritta, ma la pura verità. Non solo perché spesso non ci sarà altro, oltre al piacere di scrivere, ma perché focalizzare l’attenzione su quell’“altro” è un po’ come sbavare dietro alla ciliegina senza interessarsi alla torta che decora. (Ah, che similitudine elegante!)

Senso dell’umorismo

Perché prendersi tanto sul serio? Il fatto che scriviamo, magari benino, implica soltanto che… scriviamo, ecco tutto. Per quanto siamo speciali, non siamo mai tanto speciali da meritare per forza il podio. Vengono pubblicati 60-70.000 libri l’anno solo in Italia, che diamine! Anche le critiche: sono opinioni, in fondo, non mannaie che ci decapitano. Comunque vada, non saremo i primi né gli ultimi a raccogliere l’autostima da terra con il cucchiaino. Tanto vale prenderla con filosofia.

Consapevolezza del vero valore

Eh, che paroloni! Ma seguitemi nel ragionamento: scrivere significa, ridotto all’osso, riempire pagine di segnetti neri ‒ segnetti, nel caso della narrativa, quasi sempre privi di utilità pratica. Perché allora i nostri scritti, così irrilevanti per il mondo, sono tanto importanti per noi?

Ma perché siamo creatori nati! La storia che prima non esisteva, ora esiste; e noi abbiamo seguito il suo sviluppo a bocca aperta, come bambini affascinati dai movimenti del prestigiatore, anche se il prestigiatore siamo proprio noi. Quindi il vero valore è… scrivere! Meglio esserne consapevoli, ricordarlo spesso, metterlo in cornice.

Curiosità

Anche se resto una sostenitrice della pianificazione preliminare, ho scoperto che il gusto dell’esplorazione porta molto lontano. Seguo questo filo o quello? Proviamoli tutti e due. Ma non sarà meglio andare da quella parte? E se invece tornassi al punto di partenza? Vale sempre la pena di aggirarsi per la storia con il naso a terra, come cani da tartufi.

Conoscenze tecniche

Scontato! Ho scritto un saggio di scrittura creativa… In realtà è vero il contrario: ho scritto Nel cuore della storia perché sono convinta dell’importanza delle conoscenze tecniche, e non viceversa. Non è indispensabile acquisirle proprio dai manuali di scrittura, sia chiaro, ma sono utili. Giusto per non reinventare la ruota ex novo, ecco.

Un buon feedback

Chi scrive per se stesso ha già un pubblico affezionato. Per chi è interessato a pubblicare, invece, due o tre beta-reader di qualità valgono il loro peso in oro. Trattateli bene e offrite loro doni per le feste comandate, perché non si trovano sotto gli alberi…

Ecco pronto il mio kit di sopravvivenza per scrittori.
Com’è il vostro?

By the way, ho scoperto che anche Marco Freccero ha pubblicato sul suo blog, qualche tempo fa, un articolo sul kit dello scrittore, molto più tecnico del mio. Lo trovate QUI.

BOLLETTINO DELLO SCRITTORE
Sto iniziando a lavorare alla biografia di cui vi parlavo. È uno strano lavoro, così diverso da quanto ho fatto finora… registro, trascrivo traducendo, riscrivo. Intanto spuntano idee per la Nuova Storia, che conservo con cura. Arriverà anche il loro momento.

BOLLETTINO DEL LETTORE
Sto leggendo, oltre a Lonesome Dove (sono la lentezza personificata!) Walking in Light: The Everyday Empowerment of a Shamanic Life, di Sandra Ingerman.      

24 commenti

  • Marco

    Soprattutto senso dell’umorismo. Perché se si prende troppo sul serio la scrittura, si diventa matti; o antipatici. Invece conservando la leggerezza puoi comunque affrontare anche argomenti serissimi, ma senza “asfissiare” i lettori (e te stesso). Pare che Kafka leggesse “sino alle lacrime” le sue opere agli amici; lacrime causate dalle risate, sia chiaro!
    Grazie per avermi segnalato

    • Grazia

      In effetti a volte mi rendo conto che certi discorsi, soprattutto se ascoltati dall’esterno (persone che non scrivono), risultano sciocchi e fastidiosi. Forse è perché “loro” non capiscono; o forse perché capiscono meglio di noi, essendo più obiettivi. (Da Kafka non me lo aspettavo proprio…)

      • Elena Ferro

        Le mie beta reader valgono davvero tanto oro quanto pesano! Credo che in questo momento serva molto senso dell’umorismo. Il mercato editoriale è sempre più orientato verso i follower piuttosto che alle storie e il bisogno di vendere a qualunque costo penalizza chi non è molto conosciuto e scrive così così..
        Allora affrontare la scrittura come ciò che per molti di noi davvero è, un gioco e non una professione, rende sopportabile il tutto. Ci riescono tutti? No, ma dovrebbero

        • Grazia

          Io sono partita con l’idea del professionismo, perché mi è venuto spontaneo fare così, come credo succeda a molti. In realtà questo mi ha messa sul binario sbagliato. Siamo tutti dilettanti, sempre, e facciamo bene a restarlo. Però tra gli errori ho anche imparato qualcosa, per fortuna.

  • Gloria Vanni

    Che bello il tuo blog, Grazia! Complimenti e faccio quanto richiesto nel marasma dei “link rotti” – sì, sono tanti! -, di Less Is Sexy. Al momento, però sempre vivo e online. Poi, tra i tuoi consigli di scrittura e vita, anch’io condivido e scelgo il senso dell’umorismo, la passione, la curiosità… grazie amica mia!

  • Sandra

    Un ottimo kit, aggiungerei la pazienza, perchè quella serve in diverse situazioni. Scrivendo perchè magari quel pezzo non ci riesce bene come ci era sembrato nella testa, con gli altri perchè spesso dicono di quelle cavolate che mamma mia, e va be’ se poi come me scegli la via dell’editoria – rima involontaria – allora la pazienza schizza in testa alla classifica dei must have.

  • Giulia Mancini

    Serve soprattutto senso dell’umorismo e non prendersi troppo sul serio. Bello questo tuo kit di sopravvivenza per scrittori. La passione assieme al fatto di divertirsi scrivendo è un componente del kit che penso di avere in abbondanza, altrimenti avrei smesso da tempo, invece anche quando mi abbatto dopo un po’ mi frulla sempre in testa una nuova storia da scrivere e la voglia di farlo!

  • Marina

    Intanto complimenti per la nuova veste del tuo blog: molto bella. (Vista quest’estate, ma io in vacanza mi sento in vacanza e interagisco poco ????)

    Quello che dici non fa una piega: concordo praticamente su tutto. Scrivere mi diverte e non mi stressa; pubblicare non è una priorità, non posso abdicare alla mia passione, non mi scoraggia più di tanto essere una fra tanti, non corro dietro ai podi. E il mio senso dell’umorismo è spiccato, questa è una salvezza, anche di fronte alle critiche, che non devono mancare. Per ora ho ritrovato una me stessa scrittrice che avevo un po’ trascurato: quella che opera dietro le quinte e non sente il bisogno di “esportarsi” al di fuori. Forse è per questo che non ho betareader da ringraziare. Non faccio più leggere niente a nessuno, ma è solo un meccanismo automatico del mio piacere di scrivere, non una regola che mi sono data. E non è detto che sia sempre così.

    • Grazia

      Quello che dici è importante. Siamo influenzati da una cultura che vede come unico obiettivo possibile il “successo”, di solito tradotto in soldi, ma se non sappiamo posizionare bene il successo materiale tra le nostre priorità, finiamo con il perdere tutto.

  • Cristina

    Ottime tutte le regole del tuo kit di sopravvivenza. La passione fa rima con gioia, senza alcun dubbio. E poi divertimento senz’altro, a me diverte ancora tanto ideare la trama e farmi sorprendere dai miei personaggi, al punto che ogni tanto sorrido e dico: “Eh, che birichino sei!”. Alle tue regole aggiungerei un pizzico di tenacia e costanza nello scrivere, che non guasta e rinforza tutte le altre.

  • Barbara

    Aggiungerei la flessibilità, necessaria per alternare lavoro e scrittura oppure vita quotidiana e scrittura, entrambe con i loro alti e bassi. La flessibilità permette di sfruttare i tempi morti di ognuna a compendio dell’altra. Senza contare tutto il corollario che sta dopo la fase scrittoria.
    Qualcuno ha detto pazienza, ma quella serve per vivere, mica solo per scrivere!

  • Maria Teresa Steri

    Mi sento allineata con il tuo kit, nel senso che aspiro a tutto questo nelle intenzioni, poi nella pratica è tutto da fare Soprattutto lo scrivere per passione, per divertimento, direi che è di base. Aggiungerei anche una certa corazza, necessaria quando si pubblica (finché si scrive e basta, non serve), perché ne vedi tante e farsi demoralizzare è facile.

  • Nadia

    Mi piace molto il tuo kit dello scrittore, credo contenga l’essenziale perché come al solito sai arrivare al punto, in questo post, così come nella scrittura dei tuoi libri.

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