Scrittura

La ricetta del successo…

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…non esiste, d’accordo.

Sentiamo però cosa ha da dirci Jessica Page Morrell. La Morrell paragona la scrittura alla preparazione di un piatto elaborato, che richiede diversi ingredienti nelle giuste dosi e al momento giusto. La sua non è proprio la ricetta del successo, ma una lista di buoni consigli.

1 – Equilibrio nello sviluppo di personaggi, trama e ambientazione.

Ogni scena deve esistere per una funzione precisa, e non come semplice riempitivo; i personaggi secondari non possono essere più interessanti del protagonista; l’ambientazione deve essere descritta in modo adeguato alla storia, non soltanto in base alle preferenze dell’autore.

2 – Empatia del lettore.

Il coinvolgimento emotivo del lettore arriva quando l’autore riesce a coinvolgerlo subito nella storia.

3 – Domanda drammaturgica.

È la domanda intorno alla quale ruota tutta la storia. Ce la farà il detective a catturare il serial killer prima che uccida di nuovo? La protagonista saprà superare la timidezza che le sta rovinando la vita?

4 – Motivazioni valide per le azioni dei personaggi.

Non solo plausibili, ma anche adatte al carattere dello specifico personaggio.

5 – Intimità.

Il mondo fittizio deve essere abbastanza ben delineato da dare al lettore la sensazione di conoscerlo bene… e lasciarlo dispiaciuto quando la lettura è terminata.

6 – Ostacoli e conflitti.

Che siano interni o esterni al personaggio, che gli facciano rischiare la vita o il posto di lavoro, senza di loro non esiste la storia.

7 – Risonanza.

Quando lo scrittore sa fare il suo mestiere, la storia resta nella mente del lettore ben oltre il termine della lettura.

8 – Unità.

È una forma di coerenza. La storia dovrebbe avere uno scopo principale, un’atmosfera, uno stile. Quando questi si modificano nel corpo dell’opera, il sogno narrativo ne viene disturbato.

9 – Conclusione soddisfacente.

Esistono molti tipi di finale, ma dobbiamo trovare quello perfetto per la nostra storia, che otterrà un triplo effetto: sorprendere il lettore, dargli la sensazione che le cose non potessero andare diversamente e rispondere ai quesiti minori che abbiamo sollevato nel corso della storia.

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