Migliorare richiede tempo…
…perciò su cosa deve focalizzare i suoi sforzi uno scrittore agli esordi?
Migliorare richiede tempo, è vero, ma non è nemmeno tanto scontato. Trama, personaggi, ambientazione, dialoghi, stile… si fa presto a metterli in fila, e altrettanto presto a capire quanto siano importanti. Migliorarli, però, non è un processo così rapido. Servono tempo, pratica e conoscenza delle tecniche narrative. Questione di anni, anche a essere ottimisti. E intanto, che si fa? Si sta fermi al palo ad aspettare di partorire l’opera gloriosa che ci renderà immortali, oppure si fanno i primi tentativi con il nostro “meglio” del momento?
Io propendo per la seconda ipotesi. In ogni punto della nostra crescita come scrittori siamo in grado di esprimere solo una certa percentuale delle nostre potenzialità. Oltre, non possiamo andare; ma ne saremo capaci in futuro.
Nel frattempo, se siamo convinti di avere prodotto un lavoro di buon livello, possiamo provare a proporci a qualche editore. Ma qual è la caratteristica su cui ci conviene puntare come principianti, nella speranza di far propendere la valutazione dell’editore verso il “parliamone” anziché verso il “no, grazie”?
La mia limitata esperienza mi porta a pensare che questa caratteristica sia la combinazione idea-trama.
Essere originali è difficilissimo, o almeno lo è per me. Non dico che sia già stato scritto tutto lo scrivibile, ma il mondo non scarseggia certo di storie. Vendette, inseguimenti, omicidi passionali, viaggi alla ricerca di se stessi… quanti ne abbiamo letti, visti, sentiti? Per forza ci capita di ripercorrere le orme di qualche trama ben riuscita, ignari oppure consapevoli.
Il nostro particolare modo di presentare eventi e personaggi potrebbe dare una ventata di novità all’argomento… potrebbe. Se però scriviamo da poco, difficilmente i nostri personaggi saranno così indimenticabili, i nostri dialoghi così frizzanti, le nostre ambientazioni così fascinose, da compensare un’idea banale. Per non parlare dello stile, che si affina nel corso della vita, e non certo in pochi mesi.
Per questo motivo, se mi venisse chiesto su cosa dovrebbe puntare prima di tutto un principiante, direi senza esitazioni: un’idea originale articolata in un trama che stia in piedi. (Partendo dal presupposto che non sia possibile proporsi a un pubblico senza padroneggiare bene la lingua; ma questo dovrebbe essere scontato.)
Secondo me un editore intelligente sa distinguere una buona storia quando se la trova tra le mani, anche se il manoscritto necessita di una sostanziosa revisione. Al contrario, se personaggi & co. sono buoni, ma la storia non ha quel frizzo di originalità che può farlo spiccare in un mercato affollato, difficilmente cercherà un modo per riscattarla. Anche perché – non dimentichiamolo – all’editore non interessa ancora un fico secco dell’autore, in quel preciso momento.
Cosa ne pensate? A prescindere dai vostri punti di forza personali, quale elemento pensate possa mettere in luce un nuovo autore?

Grazia Gironella, nata a Bologna, vive ai piedi delle montagne friulane ed è appassionata di natura e discipline orientali. Tra le sue pubblicazioni: La strada che non scegli (biografia); Cercando Goran (Searching for Goran in lingua inglese), Veronica c’è e Tutti gli amori imperfetti (romanzi); Tarja dei lupi e La pace di Jacum (racconti lunghi), e il manuale di scrittura creativa Nel cuore della storia.
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