Scrittura

Scrivere un romanzo: sbagliare voce e punto di vista

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(terza parte)

La voce è uno degli aspetti più elusivi nella scrittura. Se ci lottate, siete in buona compagnia. Già capire cos’è può essere un’impresa. Quando uno scrittore parla di “voce” intende il modo in cui i personaggi parlano o qualcosa di più profondo, che impregna la storia dall’inizio alla fine?

Secondo me la risposta è riassunta in una sola parola: autenticità. “Voce” è quando lo scrittore miscela il suo stile unico con la sua conoscenza intima dei personaggi e la sua scelta del punto di vista per elevare la narrativa fino a renderla un’esperienza toccante per il lettore. La voce è la colonna sonora della storia, il battito cardiaco del protagonista. È quasi una magia.

Al centro della voce c’è il personaggio cui viene attribuito il punto di vista. Sceglierlo male crea un effetto annacquato, per cui il lettore si sentirà meno coinvolto mentre legge… sempre che decida di continuare a leggere.

Alcuni elementi possono produrre una voce debole.

– Lo scrittore non conosce abbastanza il personaggio.

È la differenza tra il domandarsi “Cosa farebbe una persona in questa situazione?” e “Cosa farebbe il mio protagonista in questa situazione?” Il protagonista non è qualcuno, è unico, e ogni azione o decisione deve portare il suo marchio. Se questo non accade il lettore si annoierà, oppure non crederà alle sue scelte e azioni.

– Lo scrittore dubita di essere in grado di raccontare la storia.

Come scrittori abbiamo dubbi difficili da tenere a bada; tendiamo ad analizzare costantemente i nostri talenti e le nostre capacità. Dopotutto questa è una delle attività in cui è più facile sentirsi dire “grazie, non ci interessa”, e i rifiuti portano insicurezza.

Comunque sia, i dubbi non devono mai entrare nel quadro quando stiamo scrivendo un romanzo. La convinzione profonda che la storia sia nostra perché solo noi conosciamo i personaggi fino in fondo è necessaria per acquisire una voce incisiva.

– Lo scrittore non si spinge abbastanza avanti.

C’è un confine sottile tra il soggiogare completamente il lettore e il perdere la sua fiducia spingendosi troppo oltre, ma come autori non possiamo avere paura di passare questo confine, o l’esitazione renderà noiosa la nostra voce. Operare scelte sulla base della reazione che ipotizziamo nel lettore, raddolcire le situazioni per salvare il personaggio, far sentire la nostra voce che predica, sono tutte cose che producono una voce debole. Osate. Impegnatevi e date tutto ciò che avete da dare.

– Errori nel punto di vista.

Il punto di vista da cui è narrata la storia ha un grande impatto su come la storia viene percepita dal lettore. I problemi di solito si presentano in tre forme: il punto di vista scelto non rende giustizia alla storia, o vengono scelti più punti di vista solo per l’incapacità dell’autore di decidere quale sia quello giusto, oppure l’autore non sa gestire il punto di vista che ha scelto.

Per risolvere questi problemi bisogna tenere presente che ogni personaggio mostrerà la storia da una prospettiva diversa, ma resta sempre il vincolo per l’autore di presentare solo ed esclusivamente ciò che è a conoscenza di quel personaggio.

Quale punto di vista farà meglio risaltare la storia? Decidete, e poi siate coerenti con la vostra scelta. Se scegliete punti di vista multipli fatelo perché diversi personaggi possono presentare una visione forte della storia, non per una semplice inconsapevolezza di quale sia il punto di vista più efficace.

(fine terza parte)

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