Scrittura

Il flashback nel romanzo: raccontare il passato

Reading Time: 5 minutes

Oggi ce ne parla Maria Teresa Steri,
titolare del blog Anima di Carta

Quanto di ciò che siamo è determinato da qualcosa accaduto in passato? E quanto ci condizionano gli eventi trascorsi? Certamente molto di ciò che siamo oggi è una conseguenza della nostra storia personale e questo si riflette nel nostro modo di essere, nelle reazioni e azioni, nei rapporti con gli altri. Per questo è importante dotare di un vissuto i personaggi che creiamo e informarne il lettore perché possa farsi un quadro completo e arrivi a percepire il personaggio in modo completo e vivo.

Alternare passato e presente uscendo dalla sequenza cronologica, portare avanti e indietro nel tempo i lettori, inoltre, è una grande opportunità per movimentare la narrazione e per suscitare curiosità.

Libreria in Norvegia
Libreria in Norvegia

Quando una parte del romanzo è destinata a raccontare qualcosa di avvenuto in precedenza rispetto al flusso normale della storia, questa parte viene chiamata flashback (analessi in italiano).

Si tratta di uno strumento potente e allo stesso tempo rischioso da usare, perché tutto quello che è già accaduto è meno coinvolgente, ha un fascino minore rispetto al presente, in quanto manca la componente della suspense ed è forte il pericolo di appesantire la narrazione.

Stephen King nel suo On Writing definisce i flashback nel romanzo “noiosi e un po’ stucchevoli”, ed effettivamente possono diventarlo se se ne abusa, se vengono usati solo a fini riempitivi o se interferiscono in modo fastidioso con il flusso della storia. Ma se ben gestite, queste finestre sul passato possono essere piacevoli e utili.

In quali casi usare un flashback

Raccontare gli antefatti

Quando si inizia una storia in medias res, i rimandi al passato assolvono il compito di svelare ciò che è accaduto prima, come si è arrivati a quel punto.

Caratterizzare i protagonisti

Un personaggio senza passato risulta di poco spessore, mentre squarci sul suo vissuto possono contribuire a mostrarne psicologia, sfaccettature e peculiarità. Qual è il suo background? Che tipo di storia personale ha alle
spalle?

Spiegare le motivazioni dei protagonisti

Alcuni flashback possono prestarsi a giustificare e rafforzare gli obiettivi dei personaggi, a chiarire perché si comportano in un certo modo e hanno determinati desideri, paure, bisogni, ecc.

Rivelare eventi che influenzano ancora il presente

Spesso il conflitto centrale di una storia ha radici lontane. Ma anche quando non si tratta di nodi cruciali, può essere necessario fare una breve digressione per giustificare determinate situazioni in cui si trovano i personaggi.

Rispondere a domande implicite, informare sui retroscena

In un romanzo non c’è bisogno sempre di spiegare tutto, anzi troppe spiegazioni annoiano, mentre un accenno al passato è un sistema per dare velocemente un’informazione.

Svelare segreti e misteri

Rivelare gli scheletri negli armadi dei vari personaggi è un possibilità molto
accattivante. E’ importante in questo caso dosare i richiami al passato per prolungare la tensione e mantenere alta la curiosità in chi legge.

Informare sui rapporti dei protagonisti con altri personaggi

Un modo semplice ed efficace per mostrare le relazioni piuttosto che raccontarle è quello di inserire rapidi richiami al passato.

Creare una certa atmosfera

Nel riportare la mente a qualcosa di passato c’è sempre un sapore malinconico, nostalgico o, se i ricordi sono spiacevoli, drammatico. D’altra parte ci sono personaggi che si macerano più spesso nei ricordi di altri, che vivono solo nel presente…

Fermare il tempo

Uscire dal flusso temporale significa interromperlo e questo in pratica vuole dire allentare la tensione e ridurre il ritmo. Dare molto spazio ai ricordi crea un ritmo piuttosto lento che in alcuni casi può essere anche piacevole, tutto dipende dal tipo di romanzo che abbiamo in mente.

Quando e come introdurre un flashback nel romanzo

Si può riavvolgere il tempo in vari modi:  

  • Personaggio che ricorda un episodio avvenuto tempo prima.
  • Breve accenno a qualcosa di accaduto nel mezzo di una scena collegandolo con qualche elemento del presente: un oggetto, un luogo, un personaggio, qualcosa che sta accadendo.
  • Introduzione di una scena retrospettiva vera e propria che distoglie momentaneamente il lettore dal presente.
  • Narrazione del passato come una storia a sé in alternanza con il presente.
  • Espedienti come brani di un diario, di giornale, di una lettera, e se la storia si svolge ai nostri tempi, testi di e-mail, blog, chat.
  • Inserimento di sogni e incubi ricorrenti collegati a qualcosa di accaduto in precedenza.
  • Narrazione del passato attraverso la voce diretta di qualcuno che parla di eventi trascorsi, magari in seguito alla domanda di un altro personaggio.

A prescindere dal mezzo che intendiamo usare, è importante lasciare che il lettore si affezioni ai personaggi prima di fargli conoscere tutta la loro vita, quindi non raccontate il passato dei protagonisti nei primi capitoli.

Ugualmente usare flashback negli ultimi capitoli del romanzo può risultare fastidioso, soprattutto se fanno riferimento a eventi molto lontani, a meno che non abbiate deciso di svelare solo alla fine qualche mistero legato al passato. Se invece avete deciso nel primo capitolo di catapultare il lettore subito nei fatti, con una scena d’azione o anche un semplice dialogo, sarà utile dopo qualche pagina fornire qualche chiarimento con un piccolo balzo all’indietro.

Se il passato contiene informazioni tali che la loro rivelazione rappresenta un vero colpo di scena, è più efficace svelarlo un po’ alla volta, a piccole dosi, tenendo sulle spine chi legge. Fa molto più effetto raccontare le cose a puntate che non tutte insieme.

In ogni caso, va tenuto presente che inserire un richiamo al passato significa rallentare la narrazione, quindi è meglio non farlo in momenti drammatici o in cui l’azione fa da protagonista, se non volete spezzare il ritmo.

Come muoversi indietro nel tempo

Se dedichiamo un’intera scena a un evento del passato, dobbiamo rendere chiaro il passaggio. In questo caso lo stralcio deve avere una sua ambientazione, una collocazione temporale e può comprendere anche dialoghi, dettagli sensoriali, descrizioni.

Per render noto a chi legge che si tratta di un flashback si deve usare il verbo al trapassato prossimo (“aveva detto…”), se si è adottato il passato remoto nella narrazione; al passato remoto (“disse”) o al passato prossimo (“ha detto”) se si è invece adottato il tempo presente.

Se si tratta di una lunga scena, dopo aver chiarito che si tratta di un episodio retrospettivo con il trapassato prossimo, si può tornare al passato remoto per dare un senso di immediatezza. Quando poi si torna al presente, è bene che lo stacco sia comprensibile, magari richiamando qualche elemento del presente.

È anche possibile portare avanti due storie in parallelo, una delle quali si svolge nel passato. In questo caso differenziare per capitoli è un modo per tenere separati i due flussi, magari mettendo una data all’inizio dei capitoli o un accenno temporale esplicito.

Se riteniamo il passato degno di essere raccontato in modo approfondito e gli dedichiamo una lunga serie di scene, non è necessario seguire per forza una cronologia precisa, anzi una serie di ricordi che si intrecciano possono creare movimento, ma badiamo che un eccessivo disordine non crei confusione.

La norma generale sui flashback nel romanzo resta comunque quella di farne un uso saggio, non introducendo divagazioni inutili. Il che vale comunque in generale, quando scriviamo un romanzo!

Laureata in Lettere e giornalista pubblicista, Maria Teresa Steri ha collaborato come redattrice presso quotidiani e riviste. Ha pubblicato il suo primo romanzo I Custodi del Destino nel 2009. Scrivere è la sua passione da sempre e nel suo blog Anima di carta ama parlare di scrittura creativa e libri.

17 commenti

  • Tenar

    Non so se qualcuno stia guardando la serie True Detective, penso sia una lezione magistrale anche sull'uso del flashback

    • Tenar

      Si tratta di una mini serie di 8 episodi che racconta un'indagine che si dipana lungo 17 anni con tre momenti centrali, 1995, 2002 e 2012. Si continua a saltare attraverso le tre linee temporali, all'inizio seguendo una lungo interrogatorio a cui i protagonisti sono sottoposti nel 2012 e che obbliga loro a ripercorrere gli eventi sbagliati (spesso mentono e si alterna la loro versione ai loro ricordi, ben diversi). La frase cardine della serie, però, sembra essere "il tempo non esiste", tutto è un circolo e siamo costretti a rivivere sempre gli stessi errori. Altra frase simbolo è "il perdono non esiste, esistono solo persone con la memoria corta". Quindi il ricorrere ai flashback non è solo questione stilistica, ma è portatrice di significato dato che mette in scena quest'impossibilità a sfuggire da se stessi

    • Grazia Gironella

      Sembra intrigante. Non ho mai tentato strutture così ardite nelle mie storie, anzi, posso dire che questo sia uno degli aspetti che ho meno esplorato. Forse è ora di cominciare.

  • Sandra

    Come sempre la nostra Anima offre spunti interessanti e scrive in maniera completa. Uso molto i flash back ma mai come riempitivo. Di solito ho un approccio piuttosto nostalgico/malinconico, i miei flash back hanno quasi sempre quel sapore tipo "ricordi d'infanzia" "amori perduti" "errori commessi nel passato che condizionano il presente" e non sono mai fine a se stessi, ma parte integrante e fondamentale nella storia.
    Grazie a entrambe

    • Grazia Gironella

      Dicono che niente debba essere fine a se stesso nella storia, e sono d'accordo. Certe volte costa tagliare scene o personaggi ben riusciti, ma quando ti rendi conto che la storia non cambia di una virgola senza di loro… beh, il loro destino è segnato. Idem con i flahback.

    • animadicarta

      Grazie Sandra! Anche a me quel tipo di approccio non dispiace, però molto dipende dal personaggio, dalla sua personalità. Come dicevo nel post, c'è chi si macera nei ricordi e chi non ci pensa proprio…

  • Giordana Gradara

    Se ben dosati i flash back contribuiscono a dare spessore sia ai personaggi che a tutto l'ambiente descritto, soprattutto nel campo del fantastico. In Harry Potter ho adorato ogni salto nel passato, anzi… avrei sperato ce ne fossero stati di più.

    • Grazia Gironella

      E' vero, storie come Harry Potter perdono davvero di sostanza se togli loro il passato. Comunque quello che dici ha valore generale. E' quasi impossibile fare agire un personaggio senza conoscere il suo passato; è come togliere motivazione a ogni gesto, a ogni azione.

    • animadicarta

      I salti nel passato piacciono molto anche a me, anzi di recente ho scoperto che è interessante anche raccontare non in modo lineare, ma facendo un po' avanti e indietro. Sperando che questo non confonda troppo chi legge…

  • Laura Tentolini

    Ciao Anima, bel contributo, chiaro e completo.
    Riflettevo che in fondo la narrativa nasce dall'esigenza di noi umani di raccontare storie, per spiegare un evento incomprensibile, per lasciare una testimonianza, per divertirsi ecc.

    In fondo tutti noi siamo il nostro passato, ci appartiene e ci accompagna, rappresenta e spiega ciò che siamo oggi, è una parte di noi importantissima.
    Se la narrativa parla di persone, quindi, come potrebbe ignorare il loro passato?
    E con queste riflessioni un po' filosofiche, vi auguro una felice domenica piena di sole.

  • Mary Ippolito

    Io sto scrivendo una storia su wattpad, stavo pensando di usare il flashback per spiegare che cosa ha visto la protagonista. Che ve ne pare?

    • Grazia

      Benvenuta, Mary! E'impossibile dire se è la scelta giusta, senza sapere niente della storia. Se però hai deciso così, immagino che tu abbia valutato pro e contro. In bocca al lupo per la tua storia.

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