5 pregi e 5 difetti…
…rendono gli scrittori perfetti
Uno degli aspetti dello scrivere che preferisco è osservarmi dall’esterno per cogliere i miei cambiamenti nel tempo, e qualche volta farmi due risate. Nei primi anni questo mi era impossibile. Avevo meno conoscenze sull’argomento, ed ero così estasiata per la scoperta di sapere (bene o male) raccontare storie da non avere il distacco necessario a valutare me stessa. Non che adesso sia facile, ma romanzo dopo romanzo, revisione dopo revisione, diventa impossibile ignorare gli inciampi più ripetuti e gli elementi che invece vanno in scioltezza.
Cinque pregi e cinque difetti: è un bilancio? No, non mi sento così carente. Ne scelgo cinque tra i tanti, in modo da mantenere un equilibrio, ma spero che nel complesso i pregi superino i difetti.
Né i pregi, né i difetti sono fissi. C’è un’evoluzione continua, dovuta sia alla crescita personale che al macinare pagine. Magari certe debolezze di fondo rimangono, anche dove l’esperienza riesce a compensare, ma nell’insieme il percorso è apprezzabile, almeno secondo i miei criteri personali.
Per parlare di pregi e difetti, partiamo dai difetti, tanto per non esagerare in autostima.
– La fabbrica delle idee produce a rilento.
Mi piacerebbe essere un vulcano di idee, magari tutte buone. Va bene, chiedo troppo. Diciamo che non mi trovo a scegliere tra dieci idee o più, quando inizio a lavorare su un nuovo romanzo. Se va bene sono un paio, una delle quali si sbraccia per farsi notare e copre già la seconda, che rinuncia subito a combattere. Come dire: una buona e una così così. In realtà il mio quadernetto ne raccoglie parecchie, ma la selezione naturale ne fa arrivare poche alla linea di partenza.
– Sono fissata con gli occhi.
Quanti sguardi che si incrociano, quante occhiate di fuoco e in tralice, quanto sbirciare! D’accordo che gli occhi sono lo specchio dell’anima, ma non è il caso di ricordarlo al lettore ogni tre righe.
– Non sopporto i finali tristi.
Posso far soffrire i miei personaggi per centinaia di pagine e divertirmi pure, ma alla fine quello che cerco è la luce, anche quando – forse, secondo alcuni – sarebbe da valutare un bel finale tragico su tutti i fronti. Del resto a cosa serve scrivere, se non si possono assecondare le proprie tendenze? Finora non credo di avere sacrificato la riuscita delle mie storie sull’altare del lieto fine, ma so di essere a rischio, quindi lo annovero tra i miei difetti… da non curare.
– Se mi demoralizzo, scrivo di meno.
Lo so, qualcuno dirà che non è un problema, scrivi quando vuoi eccetera… ma no, per me non funziona così: o scrivo in modo professionale, e questo vuol dire con costanza e con una certa produzione, oppure scrivo da dilettante… e smetto. Ovvero: se rallento, significa che ho perso fiducia; se perdo fiducia, smetto. Forse non subito, ma in tempi brevi. Mi conosco. Accertatevi di conoscervi anche voi, prima di passare dalla parte della tribù dei liberi-a-tutti-i-costi!
– Cerco la profondità, non i picchi di adrenalina.
È un modo di scrivere come un altro, quindi non sbagliato in sé, radicato nel fatto che per carattere sono quieta e intensa, più che esuberante e volatile. Tuttavia sono convinta che la carenza di adrenalina privi il lettore di un’importante fonte di emozioni, che sarebbe necessario controbilanciare mantenendo gli altri elementi a un altissimo livello, stile incluso. Fino a quando non trovo questo equilibrio, devo considerarlo un difetto.
E ora, cinque pregi. Qui devo per forza peccare di immodestia, pena lasciare a mezzo l’articolo.
– Ho un ottimo orecchio per i dialoghi.
Mi vengono bene già in prima stesura. Dopo li correggo ugualmente, ma escono come se scrivessi su dettatura. Quando ho letto su qualche manuale che molti scrittori li trovano difficili e li detestano, sono trasecolata.
– La mia prima stesura non è uno schifo.
Potrei (ma non lo faccio) farla leggere a un beta-reader senza vergognarmene, anche se conterrebbe sicuramente refusi e incoerenze nei dettagli. Questo non rende necessariamente migliore il risultato finale, ma mi aiuta a non sentirmi uno zerbino nel momento della prima rilettura a mente fredda.
– Sono disciplinata.
Se dico che arrivo in fondo al lavoro, ci arrivo. Magari lentamente, magari imprecando, ma ci arrivo. Questo mi dà sicurezza.
– Sono flessibile.
Non di natura! Ho imparato a esserlo, però, e ne godo i frutti. Modifico il mio metodo per sperimentare e per adattarlo alla storia e al mio momento. Tento storie diverse, raccontate in modo diverso. Questo mi permette di scoprire sempre nuovi aspetti della scrittura, cosa che mi fa sentire più professionale e quindi mi incoraggia… va bene, ci siamo capiti: si innesca una spirale virtuosa che produce risultati pratici.
– Creo espressioni efficaci.
Che siano metafore o strutture sintattiche, oppure una scelta particolare dei termini, mi piace l’effetto finale. Spesso, non sempre. Quando succede, mi accorgo di avere scritto di getto, senza arrovellarmi sulle parole, ed è una soddisfazione.
Potrei finire questo post senza tentare di lanciare il meme? Raccontatemi i vostri 5 + 5, nei commenti o nei vostri blog. Sarà un piacere conoscervi meglio.
Grazia Gironella, nata a Bologna, vive ai piedi delle montagne friulane ed è appassionata di natura e discipline orientali. Tra le sue pubblicazioni: La strada che non scegli (biografia); Cercando Goran (Searching for Goran in lingua inglese), Veronica c’è e Tutti gli amori imperfetti (romanzi); Tarja dei lupi e La pace di Jacum (racconti lunghi), e il manuale di scrittura creativa Nel cuore della storia.
34 commenti
Marina
Non so pescare i cinque migliori difetti da elencare e non perché non ne abbia, anzi! Credo, però, che possano essere tutti racchiusi nell'unico grande difetto che mi riconosco: l'insicurezza. Mannaggia a lei! Scrivo e subito mi dico: ma a chi vuoi che importi questa storia! Continuo perché l'ispirazione ha la meglio e mi rimprovero: ma lo sai, Marina, che non arriverai mai alla fine, vero? Mi esce fuori una cosa graziosina (vedi, pure qua non mi sbilancio) e subito la vocina: piacerà solo a te!
Che palle!
I pregi?
Beh, sono tenace, sì, niente mi scoraggia (nemmeno l'insicurezza); le critiche mi abbattono ma non mi annientano, sono certa di sapere scrivere: presunzione? Può essere, intanto, però, è la molla che mi mette in mano la penna!
(Magari, approfondirò la cosa in un post a parte, come suggerisci tu!)
Grazia
Mi sembra che la tua decisione tenga testa bene all'insicurezza. Gli insicuri saranno anche penalizzati in tante cose, ma almeno non sono presuntuosi. Quello sì, mi sembra un peccato capitale, perché preclude ogni miglioramento.
Francesca
Sì, è difficile sceglierne solo cinque, specie tra i difetti…proviamo!
Difetti:
– scarsa autostima;
– scarso senso pratico;
– pigrizia;
– dispersività;
– troppe idee. Non so se metterlo tra i pregi o tra i difetti. Nessuna chiara…ne aggiungo uno perché non so se era un pregio o un difetto;
– poca memoria.
Pregi:
– molte idee (vedi sopra);
– disponibilità a studiare e a imparare, apertura mentale;
– capacità di concentrazione;
– senso estetico (credo);
– una buona cultura di base (mi pare) e molte, costanti letture.
Grazia
Un travaso di idee da testa a testa, no? Okay, era solo un'idea…
Francesca
Uhm…cioè le mie idee "sterili" e il tuo metodo "fertilizzante" per le idee? Uno scambio interessante!
Tenar
Che bello questo post! Mi sembra anche che i tuoi pregi siano di gran lunga superiori ai difetti (immagina di dover scrivere: ho molte idee, ma i miei dialoghi fanno schifo e la prima stesura è da buttare…). Credo proprio che tu mi abbia regalato anche l'idea per il post di lunedì (oltre tutto sarò di fretta e casca a pennello!)
Grazia
Ehm… mi suona benissimo "ho molte idee, ma i miei dialoghi fanno schifo e la prima stesura è da buttare"… sono un classico caso di mai-contenta (mi viene in mente Mirtilla).
Chiara Solerio
Non escludo di fare il meme, la settimana prossima. Per stasera (deve esserci qualcosa nell'aria) ho in mente un post che parla sempre di "consapevolezza", in quanto sto raccontando dei principali cambiamenti riguardanti lo stile e la tecnica riscontrati un anno dopo aver ripreso a scrivere… quindi siamo sempre lì!
Intanto ….
… difetti:
– Tendenza a dilungarmi troppo e/o a uscire dai confini della storia (per fortuna poi si taglia)
– Eccesso di pignoleria (mi rallenta moltissimo)
– Ho difficoltà con i titoli (forse perché richiedono una grande capacità di sintesi?)
– Riuscire a scrivere solo una storia per volta
(mi ero ripromessa di dedicarmi a qualche racconto, ma il romanzo mi risucchia e il tempo è pochissimo)
– cliché personali (sono ripetitiva su alcuni elementi, che mi vengono molto facili. Mi darò una regolata in revisione)
Pregi:
– attenzione ai dettagli (ambientazione, gestualità ecc… la Goldberg è stata una grande maestra!)
– conoscenza della grammatica (sembra banale, ma non lo è)
– profondità psicologica dei personaggi (credo sia il mio punto forte)
– grande forza comunicativa (questo non lo dico io, ma me l'hanno detto in tanti, quindi lo cito!)
– capacità di intuizione: seguendo la vocina interiore, spesso ci azzecco (w la meditazione!)
Se devo essere sincera, di difetti me ne sono venuti in mente molti di più!
Grazia
Altroché se sono di più (parlo dei miei difetti). I titoli sono un mondo a parte, su cui credo che scriverò un post, anche se Daniele ne ha già parlato. Tanto, in un modo o nell'altro, torniamo tutti a rimescolare gli stessi argomenti, ma secondo me questo è utile. Concetti che "sai" per averli incontrati una volta non sono utili quanto quelli che "conosci" perché li hai approfonditi in diversi modi e momenti, e sono diventati tuoi.
Chiara Solerio
Verissimo! Alla fine è tutta questione di consapevolezza! (e te pareva! :-D)
Cristina M. Cavaliere
Interessante questo post, merita un meme a parte perché ci dovrei riflettere con attenzione.
Nel frattempo posso indicare senz'altro quello che è un pregio e un difetto insieme:
Pregio: tantissime idee per tantissime storie
Difetto: troppa carne al fuoco nella prima stesura, causata dalla sovrabbondanza delle storie.
Grazia
Amo il tuo pregio! A me la sovrabbondanza capita soltanto con le sottotrame: una volta deciso il filone principale, mi vengono in mente venti diramazioni, che farebbero crollare la storia principale con il loro peso.
Salvatore
Bel post, brava Grazia. Magari ci faccio un meme anch'io.
Non tutti i tuoi difetti sembrano tali.
Grazia
Davvero? Ma allora mi sono "venduta bene", come si dice.
Daniele
Io ho il problema contrario: mi arrivano idee di continuo, le appunto, ma non so quante diventeranno storie.
Il bel finale piace a tutti, ma proprio oggi mi è venuta l'idea per un post sul finale, dopo un commento lasciato nel mio blog.
Pregi e difetti miei? Bella domanda. Non so se ne farò un post, avevo già parlato di qualcosa del genere tempo fa.
Sono scostante, come difetto va bene? Molto umorale, scrivo se il mio umore me lo permetto. Pregi? Non mi vengono in mente.
Grazia
Certe volte incornicerei i tuoi commenti. Non puoi non conoscere i tuoi punti forti, dai! Almeno uno. Mi andrò a ripescare il tuo post.
Grazia
Perdinci (per non dire di peggio), ma solo io lamento carenza di idee? Il tuo pregio va bene sì… potremmo scrivere un romanzo a quattro mani (esperienza traumatica!).
Daniele
Ok: ho tante idee
Va bene come pregio?
animadicarta
Hai i miei stessi difetti!
Anche io sguardi di qua, occhi di là…
Sulle idee, di solito ne ho molte ma sono lenta a selezionarle, a decidere cosa funziona o cosa no, quindi il risultato alla fine è lo stesso: lentezza.
Invece sui pregi, l'unico che trovo in comune è una certa disciplina.
Per il resto ci rifletterò su e accoglierò l'idea del meme, ma chissà se riuscirò a tirare fuori qualche altro pregio… di solito tendo a vedere il bicchiere mezzo vuoto piuttosto che il vino che c'è dentro
Grazia
Allora forse il meme serve! Non è bene avere chiari i propri difetti senza dare credito ai propri pregi.
M.
Uh, bello. Per adesso mi vengono in mente cose che sono pregi e difetti insieme, come il fatto che:
– sono sintetica
– caratterizzo tanto i personaggi
– scrivo frasi brevi
– riproduco il linguaggio tipico dell'oralità informale
– mi rifiuto di caricare le frasi di termini troppo aulici.
Non so se leggerli come terribili difetti o incantevoli pregi. Forse la prima.
Grazia
No no, vale la prima: pregi e difetti insieme. E che, si butta via il bambino con l'acqua sporca?
Marco Freccero
Difetti: direi che ancora tendo ad abbondare, a scrivere troppo. Poi taglio, certo, ma vorrei farlo "prima". Invece mi faccio stregare dalla parola e non capisco più niente.
Idee ne ho tante, ma mi consolo al pensiero che resteranno solo quelle che valgono davvero (di rado prendo appunti). Non sarei mai in grado di scrivere una scena d'azione, e probabilmente tendo a ritornare spesso su certi temi e situazioni.
Pregi? Mah! I dialoghi mi dicono. Un italiano discreto. Ormai non mi curo più delle critiche.
Grazia
Non ci trovi più sugo, come si dice?
Giulia Lù
Ma sai che anch'io sono fissata con il lieto fine? Siamo sicuri di volerlo considerare un difetto?
Forse è così, in effetti le storia tragiche piacciono tanto, solo che se i personaggi soffrono per tutta la trama del libro, alla fine vuoi dar loro un po' di tregua, non dico vissero felici e contenti come nelle favole, ma una piccola momentanea vittoria non guasta.
Altro difetto, l'insicurezza, si, quella non mi manca mai, anche se con il tempo ho imparato a gestirla.
Pregi devo cercarli, forse disciplina e costanza nella scrittura…dovrò approfondire in un post.
Grazia
Mi farà piacere leggerlo. Diciamo che la fissazione con il lieto fine lo considero un difetto solo dal punto di vista teorico. Parlando di me, so che in qualche modo giostro le storie in modo da riuscire a farle finire bene in modo abbastanza plausibile, ma forse esisterebbe qualche possibilità migliore, che io tralascio. Comunque non mi dispiace avere questi gusti. Sono parte di me, ed è me stessa che esprimo sulla pagina. Lascio a chi li ama i finali disperati!
Luz
Per raccontarti i miei 5+5 dovrò ricordare i miei tempi di scrittrice dell'unico romanzo, troppo lontani.
Mi limiterò per ora a qualche osservazione su ciò che leggo. I tuoi pregi e difetti da scrittrice denotano il tuo… essere donna. A mio parere questi punti appartengono a moltissime scrittrici, cominciando dal riferimento agli occhi e la predilezione del lieto fine.
Da lettrice ti dico che il lieto fine non sempre mi è congeniale. Mi piace più un finale "sospeso" ma di certo non tragico.
Grazia
Talvolta un finale sospeso è non solo più adatto, ma più profondo e meno banale di un lieto fine. Alcuni romanzi, invece, mirano a sbattere in faccia al lettore la durezza della realtà, o almeno quella che l'autore considera tale, ma sono romanzi che non cerco. Per me la lettura deve portarmi "oltre", non essere un telegiornale. Naturalmente sono gusti personali.
Lisa Agosti
Mi ero persa questo bel post, per fortuna Tenar te l'ha scopiazzato e così sono arrivata anch'io, seppur in ritardo.
Anch'io ho il difetto degli occhi, stanno tutti a guardarsi lascivamente o di sottecchi o nascosti da grossi occhiali da sole.
Ho risolto rendendo gli occhi stessi il punto di partenza della nuova storia che sto tramando.
Il blog ha un aspetto bellissimo, mi piace da matti questa nuova carta da parati estiva!
Grazia
Ottimo! Valorizzare la propria fissazione, e non solo di combatterla. Da tenere presente. (Mi fa piacere che il vestitino estivo del blog sia di tuo gradimento.)
Rosalia Pucci
Quello dello sguardo in tutte le salse è anche una mia mania che devo arginare. Ho il difetto di scrivere di getto, il che mi costringe a una correzione selvaggia. Pregi? So descrivere in modo efficace, trascurando il superfluo.
Grazia
Pare che la questione degli occhi sia più diffusa di quanto pensavo. Descrivere in modo efficace è un pregio notevole.
Anonimo
Il mio difetto pricipale è la timidezza. Soprattutto scrivere in un blog dove la maggioranza (quasi tutte) sono donne.
Grazia
Hai ragione, a commentare sono quasi tutte donne! Il gineceo però è solo casuale, o comunque involontario. Sarò felice di trovarti qui, se metterai da parte la timidezza. Magari non sarai più Anonimo.