Blogging,  Ospiti

Cosa significa essere blogger nel 2020?

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Da Nick Parisi del blog Nocturnia, un’intervista collettiva

Con il post di oggi partecipo all’intervista proposta da Nick Parisi sul suo blog Nocturnia: “Essere blogger nel 2020”. Credo che a Nick farà piacere se vorrete anche voi partecipare, inserendo le vostre risposte nei commenti al suo post, oppure scrivendo un post sul vostro blog. Per iniziare vi riporto le parole di Nick, che ringrazio dell’idea, dopodiché vado con le risposte. Enjoy!

Sto provando a lanciare una nuova iniziativa, come sapete in passato ho dedicato diverse interviste collettive, oggi ne propongo una dedicata a noi operatori della rete. Una serie di domande su cosa significa essere blogger (e altro) in questo scorcio di 2020. Lo so, per questo c’è da anni il Franken-Meme (tranquilli, torna anche quest’anno) ed anche altre iniziative simili e tutte ottime su tanti blog. Però voglio provare questo nuovo esperimento.

Cosa conoscevi della rete prima di diventare blogger\gestore di webzine\youtuber\podcaster ?

Il computer è entrato nella mia vita dapprima in ufficio, poi è arrivato anche a casa, più o meno venticinque anni fa. Per molto tempo ho usato la rete soltanto per approfondire gli argomenti che mi interessavano, cercare informazioni e togliermi curiosità. Mi dava una soddisfazione particolare avere accesso ai testi delle mie canzoni preferite. Io canto, canto spesso, canto sempre, per me stessa, per le orecchie dei miei familiari – che a volte, immagino, farebbero volentieri a meno di sentirmi – ma anche all’aperto, sottovoce, per evitare che le persone mi guardino storto. (Con la mascherina, adesso, posso canticchiare quanto voglio senza che si noti, ma non è stato proprio un cambiamento positivo…) In ogni caso, canto quasi sempre in inglese, e quando non conosco le parole finisco con il mugolare sillabe insensate, cosa che detesto. La rete è diventata subito la mia spacciatrice di testi preferita.

Cosa ti ha fatto decidere di aprire il tuo blog\webzine\canale youtube o podcast? Racconta i tuoi inizi.

Più o meno nel 2008 ho iniziato a scrivere. Quando ho capito che tra scrivere qualcosa di carino e scrivere qualcosa di buono c’è una certa differenza, ho iniziato a leggere manuali di scrittura creativa per migliorare. Ciò che ho imparato mi è sembrato interessante, tanto che ho voluto scrivere un manuale di scrittura io stessa, raccogliendo a modo mio i consigli espressi dai vari autori dei manuali. Per inciso, non c’è plagio in questo. I concetti che girano sono sempre gli stessi, solo espressi in modi diversi.  

Quando un editore ha accettato di pubblicare il mio manuale, si è creata l’esigenza di dargli una vetrina per farlo conoscere. È nata così la pagina Facebook Per scrivere bisogna sporcarsi le mani (questo era il primo titolo del manuale, che successivamente è diventato Nel cuore della storia, inglobando anche La via delle parole). Dopo un paio d’anni, però, mi sono resa conto che la pagina non permetteva agli utenti di attingere con comodità al materiale che proponevo. È nato così il blog Scrivere Vivere. Anche la pagina FB, che ora ospita gli stessi articoli del blog, più le occasionali recensioni ai miei libri, è stata ribattezzata con questo nome.   

Internet ci ha cambiato la vita. Essere blogger nel 2020 è un piacere e una sfida.
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La tua concezione e le tue idee sul blogging.

La mia idea di blogging è cambiata più volte nel tempo. All’inizio volevo sia vendere il mio manuale di scrittura (allora avevo pubblicato soltanto quello), sia aiutare gli altri appassionati di scrittura. Era un’avventura, anche perché partivo da zero e facevo – e faccio ancora – tutto da sola.

Non ci è voluto molto a capire che il blog può aiutare a vendere, ma il suo contributo in questo senso è modesto. Per un periodo sono stata contenta del rapporto che si andava creando con i lettori, e al tempo stesso delusa dai risultati pratici; poi mi sono resa conto che esattamente quei rapporti erano il lato interessante del blog. Conoscere persone, scambiare idee e informazioni, sostenersi a vicenda: questo è per me il blog, e lo trovo un ambiente bello, interessante, vivo, anche per esprimere le mie idee e parlare degli argomenti che mi stanno a cuore. Oggi pubblico con maggiore libertà di temi e di frequenza, rispetto al passato, perché non voglio che il blog diventi un dovere, ma sono contenta di averlo e curarlo.    

Qual è il tuo rapporto con internet oggi?

Rapporto intenso: senza la connessione sembra che mi manchi un braccio. Vuoi perché faccio ricerche per quello che sto scrivendo, vuoi perché partecipo a webinar, seguo blogger, mando email e acquisto online, sono su internet parecchie ore al giorno. In particolare apprezzo la possibilità di incontrare, grazie alle rete, persone con cui ho in comune interessi e sensibilità – persone che non potrei conoscere altrimenti, se fossi legata al paese in cui vivo. Il solo pensiero mi elettrizza. La rete è uno strumento formidabile! Certo, ha suoi rischi ed effetti collaterali, ma cosa non ne ha? Cerco di tenermi lontana da ciò che considero inutile-dannoso-pericoloso, e mi godo il resto.

Qual è invece il tuo rapporto con i social? Amore? Odio? Un sano uso oppure una distanza incolmabile?

Sono presente su molti social, che però uso malamente e con scarso interesse. C’è troppo vociare, troppo scorrere via. Preferisco frequentare i blog, dove c’è un’atmosfera più intima. Del resto io stessa, usando i social per fare conoscere i miei libri, sono sempre indotta a collegarmi a più persone di quelle che posso conoscere e apprezzare, perciò alla fine mi trovo in un ambiente estraneo. Instagram – di cui devo ancora imparare molto, perché lo uso da poco tempo – è un’eccezione: mi piace, non so nemmeno io perché. Mi sembra che l’atmosfera sia più rilassata.     

Cosa ti ha portato e cosa invece ti ha eventualmente tolto l’attività sul blog?

Portato: compagni piacevoli con interessi comuni, una piccola vetrina per i miei libri e conoscenze tecniche utili. Tolto: tempo, senza però ridurre la mia voglia di scrivere, quindi va bene.  

Come è cambiata la rete rispetto ai tuoi inizi?

Non mi sento abbastanza competente per dirlo. Certo mentre all’inizio la rete era soltanto uno strumento in più tra tanti, adesso è molto importante, irrinunciabile. Si è presa il primo posto e ruba spazio agli altri, ma spesso lo merita. Non sempre.  

Il momento migliore e quello peggiore? L’evento che ti ha dato più soddisfazione e quello che ti ha dato più fastidio o creato più problemi?

Non ho uno specifico momento migliore, ma tanti momenti buoni. In negativo, con un finale positivo, penso al passaggio faticoso da Blogger a WordPress. Le due piattaforme sono molto diverse, perciò il cambiamento è stato netto. In certi momenti funzionava così: “Come si fa questo? Vediamo se c’è un articolo/tutorial.” Poi nell’articolo/tutorial trovavo concetti sconosciuti, e allora giù con altri articoli e altri tutorial… Una volta mi sono trovata con così tante pagine aperte sullo schermo da non vedere più i tag in alto. Ho chiuso tutto e sono andata a dormire.    

Dì la tua rispetto al fenomeno degli haters. Personalmente ti hanno mai infastidito? E se sì, come si neutralizzano?

Finora non ho mai avuto haters, per fortuna. Se mi capitasse, credo che userei due strumenti: pacatezza e moderazione, quella dei commenti. Non ci penserei due volte a cancellare un commento che mi sembrasse offensivo o non corretto rispetto alla situazione. In fondo il blog è come una stanza della mia casa.

Un blog o un sito che consiglieresti?

Ne seguo tanti, ma non saprei sceglierne uno sugli altri.

Sempre in tema di consigli che cosa diresti a qualcuno che volesse oggi aprire un nuovo sito?

Gli consiglierei di farlo soltanto se ha voglia di immetterci energie e tempo con entusiasmo reale, e non per ottenere vantaggi e profitti. Non vale la pena di tenere un blog soltanto per i ritorni pratici.   

Gli errori tipici che si compiono in rete?

Spandere negatività nei social. Credere a tutto ciò che si legge. Mancare di cautela negli acquisti online. Ah, sì, anche scrivere sul proprio blog soltanto quando si è pubblicato qualcosa, oppure per altri interessi personali. La comunicazione secondo me non funziona così.  

Vita privata ed attività online: dì la tua.

Quello che di me si trova sul blog o nei social è reale e inadulterato; poi c’è la parte di cui non parlo, ma mi sembra normale. Non mi sento costantemente “in piazza”, quindi vita privata e attività online stanno nel loro spazio senza intralciarsi; anzi, credo che si arricchiscano a vicenda.  

Su internet possono nascere vere amicizie?

Non succede di frequente, ma succede. Io però do grande valore anche ai rapporti intermedi, quelli che si situano tra la semplice conoscenza e l’amicizia nel senso più… legante del termine. Quando si crea una certa sintonia può capitare di telefonarsi o incontrarsi dal vivo. Per me è già molto bello così, anche se non si tratta di amicizia nel senso comune del termine.

Internet, legislazione e libertà di parola: se ti va, dì la tua.

Argomento delicato, su cui non ho una vera opinione. D’istinto, mi viene da dire che il concetto di “libertà” è fondamentale, ma non dovrebbe diventare il criterio unico su cui basarsi. Oltre non vado.   

Che anno è stato il 2020 per te singolarmente (preso come blogger\youtuber\podcaster o altro) e per internet in generale?

È un buon anno dal punto di vista del mio approccio interiore alle attività che svolgo, blog incluso. Lo considero anche un buon anno per il mio percorso di autrice. I lettori iniziano a conoscermi, a volte acquistano i miei libri sulla fiducia. Questo aiuta la mia autostima e mi permette di scrivere senza nubi cupe sulla testa. Come sia il 2020 per la rete in generale, proprio non saprei.   

Previsioni e programmi per il futuro.

Ho diverse idee in mente, per il blog e soprattutto in ambito scrittura, ma non ho fissato scadenze. Porterò avanti meglio che posso i diversi progetti che ho in via di elaborazione o di completamento, e intanto cercherò di acquisire nuove conoscenze tecniche utili. Per esempio voglio migliorare nell’uso di Photoshop e imparare a usare Instagram in modo meno grezzo. Il mio vero programma, però, è continuare a fare quello che amo fare con gusto, senza preoccuparmi troppo dei risultati pratici. Questa è davvero la cosa più importante.    

24 commenti

  • Cogito Ergo Leggo

    Non conoscevo questa iniziativa però, dato che il mio blog giace abbandonato a causa del mio amore-odio per la costanza nella pubblicazione dei post, potrebbe essere una buona idea per ricominciare a pubblicare qualcosa… Chissà
    Di sicuro ho perso del tutto la mano ma, come dici, non vorrei scriverci solo nel momento in cui dovessi pubblicare e pubblicizzare un libro. La costanza (non necessariamente la regolarità), per come la vedo io, dovrebbe essere la base, nella gestione di un blog.
    Vedrò di rimediare, ammesso che sia possibile. Penso che troppo spesso il blogging sia considerato qualcosa alla portata di tutti, ma posso garantire che non basta sapere scrivere e saper usare internet, per fare blogging.

    • Grazia

      La regolarità, secondo me, è sopravvalutata, ma una certa costanza in generale è anche una forma di coerenza rispetto alla scelta di avere un blog. Comunque capita a tutti di avere periodi in cui scrivere un post è gradevole quanto una martellata su un dito.

  • Elena

    Un articolo molto approfondito, personalmente avrei perso la voglia di rispondere alla quarta domanda! Mi accorgo però che sono riflessioni che in questi 5 anni di blogging (già 5, sono volati, questo la dice lunga!) ho più volte fatto sul mio blog che scelsi di aprire per ragioni simili alle tue, vendere i miei libri, ma che poi mi ha preso la mano e oggi, tu che lo segui lo sai, sono molto poco “promozionale” utilizzo questo spazio per dire ciò che penso e mi piace un sacco!
    Per fortuna ci sono persone che lo apprezzano (numeri in cresicta, complice la pandemia?) e ho azzeccato sin da subito la piattaforma giusta, WordPress. Almeno non ho dovuto ristudiare tutto un’altra volta!

  • MikiMoz

    Vero: bisogna aprire un blog solo sapendo che non si diventa famosi, non si diventa ricchi, non si diventa visibili come star.
    Molti non lo capiscono, e peggio… non hanno un piano in mente.
    Vero anche quel che dici sulla vita privata: bello mostrarsi sul web senza alterazioni, ma giustamente il non mostrato è una sfera più privata.

    Moz-

    • Grazia

      In realtà io un piano non lo avevo… forse non ce l’ho nemmeno ora, in questi termini. Mi adatto strada facendo, piuttosto. Certo che con un piano si fanno scelte più sensate e si va nella direzione giusta, invece di vagare a caso.

  • Giulia Mancini

    Molto interessante questo post e mi ritrovo in diverse tue risposte, in particolare anch’io considero il mio blog una stanza di casa mia (a pensarci assomiglia a quella in cui vivo, un posto in cui mi trovo bene anche se non è l’ideale che vorrei). La rete è diventata quasi fondamentale nella mia vita, del resto occupa molto del nostro tempo, non credo possiamo più farne a meno, per questo bisogna imparare a prenderne tutti i lati positivi, usarla e non farsi usare.

      • Giulia Mancini

        Mi spiego meglio, come tu stessa hai scritto parlando degli Hatters il blog è come se fosse una stanza della nostra casa. Il mio blog è come la mia casa, imperfetta ma ci sto bene (vorrei una casa più grande e con l’ascendore) ma in fondo ci sto bene, anche il mio blog potrebbe migliorare ma mi piace abbastanza anche così…

    • Grazia

      Grazie! Ho già utilizzato i tuoi consigli su una copertina (fx)… e l’ultimo avviso post su Instagram ha la scritta scura su fondo chiaro, non so se lo hai notato. Prima o poi cambierò anche la cover del manuale.

  • Cristina

    Premetto che leggo soltanto ora il tuo post, e quindi non ho scopiazzato le tue risposte! Questo per dirti che sono molto simili, eheh. Mi è piaciuto come hai risposto, e soprattutto la conclusione del post:

    “Il mio vero programma, però, è continuare a fare quello che amo fare con gusto, senza preoccuparmi troppo dei risultati pratici.”.

    Penso che lo farò mio, e stavolta affermo di copiare senza indugio!

  • Barbara

    Molto bello questo blog-meme e mi ritrovo in molte tue risposte. Ma ho parecchio da dire, considerato che sono “connessa” dal 1996. Quindi penso di partecipare anch’io, lo inserisco a calendario. Oltrettutto ho scoperto che Nick Parisi è quasi vicino di casa, se ho letto bene dalla sua zona veniva il detersivo preferito di mia nonna, MiraLanza, di cui io collezionavo le figurine.

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