Tu, che tipo di lettore sei?
Non esistono due autori uguali, ma nemmeno due lettori uguali.
In questo periodo sono un lettore-lumaca: sei o sette libri, più l’e-reader, tutti lì a guardarmi dal loro ripiano, ma pochissime pagine lette, rispetto ai miei ritmi abituali.
Non mi manca la voglia di leggere, quanto piuttosto le energie per farlo. Da un lato dedico tutto il tempo che posso alla biografia di Amela, perché ormai sento il desiderio di portarla a termine e tornare a scrivere le mie storie; dall’altro il mio livello di energie non è dei migliori, perciò le mie sedute di lettura diventano facilmente una lotta con il sonno e con gli occhi stanchi per le tante ore passate al PC.
Come se leggere di meno facesse rimanere l’argomento ad aleggiare nei miei pensieri – un fabbisogno insoddisfatto, forse? – mi ritrovo spesso a pensare ai miei gusti e al mio modo di vivere la lettura, anche con occhio critico.
La libertà del lettore
Mi piace sentirmi libera di leggere qualunque romanzo o saggio mi ispiri, famoso o meno, ma non sarebbe una buona idea lasciarmi ispirare più spesso dalle lodi di chi ama i classici o gli autori più quotati? Non dico che il numero dei lettori soddisfatti sia una garanzia, ma un indizio sì. E anche: ha senso continuare a dire che “ho apprezzato il tale libro, nonostante il genere/l’ambientazione/il periodo storico/il protagonista non siano normalmente nelle mie corde?”
Una sola è la risposta che mi do: i recinti sono recinti. Se preferisco non essere influenzata a priori dalle recensioni e dai gusti altrui, perché dovrei creare io stessa dei confini, e poi perdere tempo a prenderne le distanze? Be open. Abbassa le barriere e leggi, cara, libera davvero.
Per la cronaca, leggo le recensioni soltanto in due casi: quando ho già letto il libro e quando sono certa che non lo leggerò, ma mi interessa per qualche motivo la voce che recensisce. Preferisco partire, per leggere, dalla lavagna bianca.
Mi disturbano anche introduzioni e prefazioni, che di solito rimando al dopo-lettura, previa sbirciatina per capire se contengono notizie davvero importanti per gustare il libro.
La lettura frammentaria
Tenere in ballo tanti libri, scegliendo quale aprire in base al bisogno (o al desiderio) del momento, è un’abitudine da assecondare, o fa parte di quel vortice fretta/diminuita capacità di concentrazione/ricerca di nuovi stimoli che mi rende difficile leggere fino all’ultima riga le mail che ricevo e guardare video di durata superiore ai due minuti?
Ahi, questo è un tasto dolente. Non sono soltanto i più giovani a vivere questo tipo di problemi. Mi capita spesso di stizzirmi con me stessa perché, su YouTube, scalpito e corro con l’occhio nervoso alla barra che mostra il tempo rimanente, anche quando l’argomento del video mi appassiona. Fastidioso!
A questa domanda non ho ancora trovato risposta. Di sicuro anni fa non mi sarebbe mai capitato di leggere più di un libro per volta. Allora mi sembrava normale così; adesso mi dico che, forse, mi veniva spontaneo dedicare tutta la mia attenzione, e non soltanto una fetta, al libro che stavo leggendo. D’altra parte in passato mi capitava di rado di avere più di un libro nuovo da leggere. Seguendo solide abitudini familiari, una cosa per volta, prima il dovere e poi il piacere, eccetera.
A mia discolpa, anche se non vedo accusatori, posso dire che non leggo più romanzi insieme, ma un romanzo e alcuni saggi, di argomenti diversi. Evito di vivere due atmosfere e due storie, quando si parla di narrativa, perché non si inquinino a vicenda.
A parte questi due dubbi, che tipo di lettore sono?
Cosa cerco nella lettura
Cerco nella lettura ciò che per me è importante: intensità, conoscenza, approfondimento, sogno, elevazione, meglio se combinati. A questo punto potreste pensare che io sia una lettrice super-esigente, ma alla prova dei fatti non è vero. Incontro tanti libri che soddisfano queste caratteristiche.
Nulla vieta che mi faccia due risate e apprezzi l’umorismo, quando capita, ma non è mai quello lo scopo per cui scelgo un determinato libro. Le letture cosiddette “leggere”, che sembrano acqua fresca e non lasciano dentro niente di particolare, per me sono tempo perso. Non è un giudizio di valore, sia chiaro! Queste letture e i loro autori non sono un gradino più in basso; anzi, il concetto stesso di evasione implica un certo grado di leggerezza. Io, però, evado… in altre direzioni.
Mi piace
Mi piacciono le storie-viaggio, in senso figurato e anche letterale. Il fatto che i protagonisti superino difficoltà inenarrabili per andare da A a B mi interessa soltanto se il percorso diventa occasione di approfondimento, di maturazione e scoperta, di se stessi e di altro (persone, culture). In caso contrario l’avventura può anche essere fantastica e magistralmente congegnata, ma difficilmente la apprezzerò.
Mi piacciono le storie che mi lasciano un senso di meraviglia, per la grandezza morale di un personaggio, per esempio, oppure per il finale, o per la capacità dell’autore di mostrarmi aspetti della realtà in una luce diversa. Non c’è bisogno di niente di eclatante, in realtà. Mi so meravigliare anche delle piccole cose.
Mi attirano le copertine colorate, particolari, ricche, oppure semplici ma con un elemento che spicca. Quelle quiete e sobrie non mi invogliano alla lettura. L’Adelphi, se fosse per me, rischierebbe il fallimento.
I miei protagonisti preferiti sono outsider, persone che vengono percepite come “strane” dal loro mondo, che nel corso della storia hanno modo di farsi conoscere e dimostrare cosa c’è dietro la loro stranezza. I personaggi molto fuori dalle righe, invece, spesso mi ispirano un’istantanea antipatia (non sempre confermata nel corso della lettura).
Mi piace sperimentare, seguendo spunti incontrati per caso e l’istinto. In biblioteca questo è possibile senza rischi per le tasche. Se devo acquistare, però, do un’occhiata preliminare alle valutazioni dei lettori.
Non mi piace
Apprezzo l’approfondimento dei personaggi; meno l’insistenza sul loro riflettere, porsi domande, rimuginare. Secondo me dovrebbero essere gesti, azioni e scelte a spiegare il personaggio.
Crudeltà, violenza e sofferenza, quando sono trattati senza moderazione (non trovo il termine adatto, ma credo che abbiate capito), indulgendo sui particolari a fini drammatici, mi fanno rimbalzare via a velocità impressionante.
Non mi interessa leggere storie prive di speranza e di luce. Drammatiche, sì; ma non leggo per soffrire. Se volessi informarmi, sceglierei saggistica su temi reali, quali guerre, genocidi, episodi di discriminazione. Purtroppo avrei davanti a me una vasta scelta.
Non apprezzo i finali aperti, a meno che non siano perfetti per il tipo di storia e quasi inevitabili. L’autore però deve avere fatto un buon lavoro perché io inghiotta questa “pillola” senza battere ciglio.
Mi infastidisce la giocoleria dell’autore con le parole, se ho l’impressione che nasca non dalla sua creatività e dalle necessità della storia, ma dal piacere di mostrare il proprio virtuosismo verbale. Anche per questo prediligo la letteratura in lingua inglese, in generale più sobria nella forma della nostra e di altre lingue europee. In particolare gli autori americani hanno un modo di raccontare semplice e asciutto che a me va dritto al cuore.
Mi è indifferente
Non mi interessano le storie che mirano a coinvolgere l’intelletto, la memoria e lo spirito di osservazione. Considero lo sforzo sprecato, se non c’è qualcosa di gustoso in palio. Evito quindi, in generale, polizieschi, romanzi di spionaggio e di intrighi di vario genere.
Nella mia scelta, non ha importanza che un libro venga considerato commerciale o letterario. Se intravedo qualche caratteristica che mi accende l’interesse, è fatta, salvo poi lamentarmi della banalità, dello stile piatto e così via. Riesco comunque ad accettare, nella storia, aspetti di bassa qualità, se ne sono presenti altri di buona qualità.
Dove e quando
A casa, il luogo deputato alla lettura è la mia poltrona verde-mela con pouf, da cui mi allargo sui mobili a portata di mano: il tavolino sotto la tivù ospita sempre due pile di libri, alcuni dei quali in lettura, altri pronti a essere iniziati, mentre sulla colonnina a cassetti ci sono penne, colori e matite per sottolineare e prendere appunti (sottolineo sempre la saggistica, mai la narrativa).
I segnalibri, invece, si trovano in due raccoglitori dedicati, in una delle librerie. Ne ho una piccola collezione e mi piace molto il momento in cui scelgo quello adatto al libro che sto per iniziare.
Insieme ai libri già vicini alla poltrona c’è anche il mio e-reader, pronto a essere afferrato al volo mentre esco per andare in qualche posto dove prevedo tempi di attesa dai dieci minuti in su. Se l’attesa mi sorprende senza che io lo abbia portato con me, ci rimango proprio male.
Quando sono a casa, due sono i miei momenti di lettura fissi: dopo pranzo e prima di andare a letto. Entrambi si vedono spesso minacciati da ciò che sto scrivendo e deborda dai suoi tempi, che sia una storia, un articolo per Veggie Channel, un post per il blog o – peggio! – qualche scartoffia. Leggere a letto? Non scherziamo, mi addormento già sulla poltrona…
Come
In fretta! Posso essere lenta a terminare un libro, ma mentre leggo vado di corsa, tanto che rischio spesso di perdermi dettagli importanti.
Per gran parte della mia vita mi sono obbligata a non lasciare mai un libro a metà, in base a non so quale dovere. Risultato: a volte rimanevo incagliata in letture che detestavo e bloccavano le letture successive. Solo qualche anno fa ho accettato che fosse un’assurdità e ho iniziato a regolarmi di conseguenza. Meglio usare bene il tempo che si ha a disposizione per leggere.
Prima di salutarvi, lancio anche qui l’appello che ho intenzione di fare girare sui social: qualcuno di voi è disposto a leggere gratis Veronica c’è in cambio di una sincera recensione su Amazon.it (e anche altrove, volendo)?
Non è una vera operazione promozionale, ma piuttosto un esperimento: sto cercando di capire su quali basi Amazon offra ai suoi autori self le varie forme di promozione. Ho già ricevuto diverse proposte di questo genere per Cercando Goran, nessuna invece per Veronica c’è e Tutti gli amori imperfetti. Mi sento quindi di escludere che dipenda dalla media delle stelline, visto che Cercando Goran l’ha più bassa degli altri romanzi, che invece hanno un numero inferiore di recensioni.
Che tutto parta da un numero minimo di recensioni, positive o negative che siano? Oppure devono combinarsi entrambi i fattori?
Se conoscete qualcuno disposto ad aiutarmi in questo test, che considero importante non soltanto per me, vi sarò grata. La persona in questione riceverà una copia di e-book tramite Amazon, quindi avrò bisogno dell’indirizzo cui inviarla.
Grazie in anticipo!
Tornando in tema, voi che tipo di lettori siete?
Quali sono i vostri gusti, le vostre abitudini?
Grazia Gironella, nata a Bologna, vive ai piedi delle montagne friulane ed è appassionata di natura e discipline orientali. Tra le sue pubblicazioni: La strada che non scegli (biografia); Cercando Goran (Searching for Goran in lingua inglese), Veronica c’è e Tutti gli amori imperfetti (romanzi); Tarja dei lupi e La pace di Jacum (racconti lunghi), e il manuale di scrittura creativa Nel cuore della storia.
46 commenti
Patricia moll
Ciao Grazia!
Riguardo ai romanzi sono onnivora. Posso passare da un noir ad altro senza problemi.
Mini romanzi rosa. Quando ero giovane ma ora…
Sono curiosa, sì. Parlo in con amiche o leggo post o semplicemente curioso su IBS e compro. Certo che se amo un autore ogni suo nuovo libro è buon mio acquisto.
Amo storie che mi facciano riflettere, pensare. Storie che mi aprano orizzonti nuovi,. Che mi diano emozioni particolari. Che riesca a sentire mie per un qualche motivo. Poi, non faccio differenza tra autori italiani scandinavi orientali o arabi. Dipende da autore e libro.
Mi permetto di unirmi al tuo invito a leggere i tuoi libri. Sono bellissimi ma lo sai quanto mi son piaciuti. ????
Buona domenica
Grazia
Grazie del sostegno, Pat! Hai ragione, dipende da autore e libro, e basta; anzi, mettiamoci anche il momento, perché a volte si è ricettivi a libri che in altri momenti si sarebbero gettati dalla finestra. L’uscita del nuovo libro di un autore amato è sempre una festa.
Patricia Moll
Hai ragione! A volte sull’onda del momento compro libri che poi metto da parte. Dopo tempo, li tiro fuori, li leggo e mi dico che son stata scema a non leggerli prima.
Anche una lettura però merita il momento giusto
Claudia
Anch’io salto sempre la prefazione, sai?
Che lettrice sono?
Credo che non abbiano ancora inventato un girone dell’Inferno per me. Ahahah
Praticamente se inizio un libro ho l’ossessione di terminarlo entro 4 o 5 giorni, perché sono curiosissima di sapere come va a finire, e perché non posso lasciarlo sul comodino a lungo, in quanto ho la memoria troppo labile, e finisce che devo ricominciarlo da capo, perché non ricordo più nulla.
Poi, alterno momenti in cui leggo anche sei libri al mese, a periodi di stasi.
Adesso, ad esempio, sono nella fase pigrissima.
Ho sette libri da leggere sulla scrivania, ma sono lì da ottobre, e non ne ho ancora iniziato uno, nonostante il Covid-19 mi stia lasciando molto più tempo libero di quanto desiderassi, impedendomi di lavorare.
Insomma, sono un disastro.
L’avevo già detto?
Grazia
Così tu mandi giù tutto in un sorso, mentre io uso il contagocce. XD Quanto a memoria labile, invece, siamo parenti… appena lascio il libro, titolo, nome dell’autore e trama evaporano. Dei personaggi mi resta di più, ma meno di quanto vorrei. Mi consolo pensando che la lettura mi abbia lasciato ciò che doveva e si sia ritirata in buon ordine.
Ariano Geta
Agganciandomi alla tua autodefinizione, io posso definirmi un lettore lu-lu (lumaca lunatica). Leggo lentamente, soprattutto perché la lettura – se mi piace lo stile dell’autore – voglio godermela, quindi niente corse per arrivare subito all’ultima pagina, al contrario mi pilucco piano piano ogni capitolo, magari leggendo non più di quindici pagine al giorno.
E leggo in modo lunatico, perché (usando un’espressione cliché abusata) vado di palo in frasca. Posso leggere un romanzo di Kundera estremamente intellettuale (e apprezzarlo) e poi, subito dopo, un manga di Go Nagai (apprezzando pure quello). Leggo assecondando il mio umore del momento, e il mio umore è più instabile del governo italiano attuale
Grazia
Oh, allora sei sicuramente una compagnia spinosa! XD Io corro soltanto quando leggo libri leggeri, del genere di cui parlavo nel post. Lì filo come un treno. (Il verbo “piluccare” mi ricorda tanto Bologna, chissà perché.)
Giulia Mancini
Ho già letto tutti i tuoi romanzi, tra l’altro Veronica c’è che ho scaricato gratis la scorsa estate (grazie a un tuo avviso sul blog) all’inizio non suscitava in me particolare interesse perché parlava di adolescenti, invece dopo l’ho divorato (gli ho dato cinque stelle su Amazon) quindi come vedi sono un lettore imprevedibile…
In realtà leggo di tutto, tuttavia sono attratta soprattutto dai thriller, molto meno dai romance. Mi rendo conto però che spesso dipende dalla penna dell’autore (anch’io non amo i termini troppo aulici e i giochi con le parole) se una storia mi piace oppure no.
Di solito leggo due libri per volta, ma poi c’è sempre uno che prende il sopravvento sull’altro finché non lo finisco. Quando scrivo però sono un lettore più lento perché la scrittura toglie energie, è quasi inevitabile.
Grazia
Forse hai ragione: scrivere molto, e nel contempo leggere molto, richiederebbe troppo tempo e troppe energie. Qualcosa deve ridimensionarsi.
Elena
Cara Grazia, ahimè l’abitudine dei libri letti in parallelo o in contemporanea è un “vizio” che ho anche io e che non mi piace affatto. Sai perché? Di solito quando ne ho molti iniziati, significa che non ce n’è uno che mi piace abbastanza da tenermi incollata alla sue pagine. Quando capita, non ci sono pile o attese che tengano: lo porto fino alla fine, anche se a letto! Sulle letture leggere sono d’accordo con te: non sono per me. Hai detto una cosa molto importante: bisogna leggere (e fare) solo le cose che ci riguardano interamente. Il tempo è troppo poco per buttarlo via. Quello che dedico e ho dedicato ai tuoi romanzi è sempre ben speso.
Grazia
Grazie! Ho anch’io l’impressione che l’abitudine dei libri letti in parallelo porti con sé un diminuito gusto nel leggerli. Che questa ne sia la causa, o l’effetto? Non so.
Marco
Mi è piaciuto molto questo post. Credo che le proprie scelte di lettura dicano molto di una persona, persino più di quelle musicali. Anche per chi legge poco o nulla: già quello è significativo di una persona.
Provo a ripercorrere su di me il percorso che hai tracciato.
In base alle statistiche sarei considerato un lettore fortissimo.
Non sono onnivoro, ma leggo abbastanza di tutto. Preferisco la letteratura di genere. Mi piace comunque intervallare con qualcosa non-di-genere. La mia preferenza va agli autori stranieri, americani in primis, ma soprattutto negli ultimi anni ho letto parecchio di autori italiani.
Saggi non ne leggo, piuttosto testi scientifici (non divulgativi) e articoli, a volte dispense universitarie.
Leggo un libro alla volta, non posso iniziarne un altro se prima non ho finito (o eventualmente abbandonato) il precedente.
A differenza dei film non mi interesso di recensioni. Anche perché nel 90% dei casi un libro che mi viene consigliato ho poi visto che non mi è piaciuto.
Per me la lettura non è evasione, ma una compagnia quotidiana.
Quando viaggiavo per andare a lezione, oppure avevo ore buche tra una lezione e la successiva, un libro era sempre in borsa.
In un libro apprezzo chi ha fantasia, chi è capace di tenere in piedi una storia non banale, chi sa mettere in scena delle belle trovate, che ci mette impegno in ciò che scrive. Non mi piacciono storie scritte in maniera svogliata. E nemmeno storie scritte per mostrare quanto un autore sia bravo a scrivere, ma fatte di nulla. Voglio divertirmi, e non solo con la trama, ma anche con la struttura letteraria,
Ho una collezione di segnalibri, e quando uno diventa troppo usurato, lo butto via e ne prende uno nuovo. Una delle mie tante monomanie è di tenere conto quotidianamente del numero di pagine lette.
Grazia
Quante cose abbiamo in comune! Giusto, c’è anche la questione dell’abbandono o meno del libro vacillante. Vado ad aggiungere.
Marco
Io leggo due libri contemporaneamente, ma di genere ben diverso. Quest’anno ho deciso di rileggere molto, e adesso mi sono accorto che King, per esempio, non l’ho letto lo scorso anno, il che è strano.
È che non ho più molto interesse a “dimostrare” che leggo, e leggo tanto. Leggo quello che mi va e se mi va rileggo. Ed è quello che farò, d’ora in poi. Nuove scoperte, nuove voci, nuovi autori? Non so…
Grazia
Dimostrare che leggo e quanto, no, non interessa nemmeno a me. Una volta ho voluto tentare la reading challenge di Goodreads, ma proprio non ci trovavo il senso, se non, forse, l’impressione di essere parte di una grande famiglia di lettori, cosa che comunque sento ugualmente. Almeno le sfide di scrittura, come il NaNoWriMo (che comunque non mi tenta), hanno come possibile, benefico effetto quello di aiutare ad abbattere i blocchi psicologici verso lo scrivere. Nel caso della lettura, dubito che funzioni allo stesso modo.
Daniele Imperi
Sulle prefazioni dipende. Ho smesso però di leggere quelle ai romanzi di Philip K. Dick, perché chi le scrive anticipa fatti importanti della trama: dopo esser rimaso fregato 3 o 4 volte, le leggo sempre alla fine.
Per il resto non ho mai riflettuto su cosa mi piace trovare in un libro: semplicemente non deve annoiarmi.
Grazia
Volendo scegliere un solo requisito, anch’io sceglierei questo: un libro non deve annoiare. Se annoia, significa che non è riuscito a toccare nessuna corda nel lettore.
Maria Teresa Steri
Sono una lettrice lenta e capricciosa, anche io saltello da un libro all’altro e ne ho sempre cinque o sei in ballo. Ma la verità è che se un romanzo mi prende sul serio, è a quello che poi mi dedico pienamente e il tempo per leggerlo lo trovo. Ora sto leggendo un libro molto carino e infatti tutto il resto l’ho lasciato da parte. Anche io detesto le prefazioni, che lascio alla fine. In una storia cerco soprattutto suspense e mistero, mentre mi annoiano situazioni che ne sono prive. Condivido con te il non apprezzare l’eccesso di violenza.
Veronica c’è è nella mia lista di letture, purtroppo però attualmente non posso inserire recensioni su Amazon, quindi il mio contributo servirebbe a poco. Sui motivi invece per cui Amazon scelga un determinato libro per le sue promozioni, secondo me è il numero di copie vendute, tutto qui.
Grazia
Forse è proprio come dici. Il gatto che si morde la coda, insomma: se non ti promuovono fai fatica a vendere copie, se non vendi abbastanza copie non ti promuovono. Mica facile uscire dal loop.
Nick Parisi
Secondo gli standard odierni sarei considerato un lettore forte, però ultimamente sono in fase di stanca quindi sono abbastanza lento. Sono un’altra volta nella mia vita anni e anni fa mi è capitata una fase così, di norma sono molto monotematico nel senso che preferisco scegliere quasi sempre autori che già conosco, solo ogni tanto scelgo qualcosa di nuovo sia come temi che come scrittori e su quello lo ammetto mi baso sulle recensioni altrui. Ti dico cosa non mi piace: non mi piace comprare i libri già rovinati se spendo poco o tanto ma comunque quanto richiesto dall’editore vorrei una copia in buono stato, odio nelle trame la violenza sui bambini ma al tempo stesso detesto quando mi acocrgo che un autore ha inserito una cosa non per sue convinzioni o per esigenze della trama ma per mera politically correct.
Detto questo mi sa di aver detto la maggior parte delle cose importanti, almeno per me.
Grazia
Ho l’impressione che molti lettori vivano un momento di rallentamento. Forse è il momento particolare a influenzarci; con tutte le nostre differenze, viviamo nello stesso mondo, ancora più travagliato del solito.
BRUNILDE
Amo viaggiare, forse anche per questo leggo così tanto: i libri sono viaggi, nel tempo, nello spazio, nei sentimenti e nelle emozioni.
Amo la narrativa, ho bisogno di storie, di personaggi a cui affezionarmi, ma a volte leggo anche saggi.
Mi sono resa conto di essere diventata più selettiva e da quando scrivo leggo i testi con un’occhio diverso, più tecnico, e sono meno…indulgente. Per rilassarmi leggo anche gialli, ma ho bisogno di libri di qualità per non avere la sensazione di perdere il mio tempo.
Non leggo le prefazioni, ma curioso in giro e cerco le informazioni essenziali per capire se un libro possa rientrare nelle mie corde e nei miei interessi.
Mi piace leggere anche classici e ogni tanto rileggo, a distanza di anni, romanzi che mi erano sembrati importanti. E’ incredibile quanto e cosa riesca a dare un buon libro, a seconda del momento in cui lo si legge!
Grazia
Benvenuta, Brunilde, se non hai mai commentato! Ti ho letta tante volte su altri blog che mi sembra di conoscerti. Ti invidio perché riesci a trovare gusto nella rilettura. Io ci ho provato qualche volta, ma la sensazione di essere del tutto diversa da quando ho letto il libro la prima volta manda all’aria le mie aspettative e me lo fa abbandonare. Dovrei leggere come se non avessi mai letto… ma non è facile.
Mariella
Ciao Grazia, davvero un bel post!
Mi sono spesso chiesta che tipo di lettrice fossi e da tempo mi sono data una risposta.
Sono una lettrice curiosa, non ho paletti nè pregiudizi, leggo tutto quello che cattura la mia attenzione. Di solito il mio “amore” per un libro, se non conosco il suo autore, nasce in libreria o in biblioteca. Apro a caso e leggo qualche riga del romanzo. Se, la scrittura è giusta per me, lo prendo e me lo porto a casa. Cosa mi fa dire che è giusta per me? Se mi incuriosisce, se acuisce i miei sensi, se il dialogo non è pesante, se non si perde in lungaggini inutili. Ma non ho riserve anche a leggere recensioni di libri che non ho letto, se la recensione è stata scritta da chi ha davvero letto il libro(capisci a meeee) e l’ho trovata utile e in sintonia con le mie corde, poi cerco il libro. Procedo come sopra e vado.
Alterno periodi in cui leggo molto, ad altri in cui, lascio stare. Se non sono dell’umore giusto, i libri sul mio comodino restano lì per un po’.
Ora ne ho un paio in lettura, non ho problemi ad alternarli. E altri cinque in attesa di essere iniziati. Mi è capitato di non terminarne qualcuno, perchè ho imparato a desistere se mi annoia. Una volta arrivavo comunque alla fine, mi interstardivo. Era solo tempo sprecato.
Leggo ovunque, ma preferibilmente sul mio divano, la sera o nei pomeriggi del fine settimana. E leggo anche a letto, prima di dormire. Leggo sui mezzi che mi portano al lavoro, nelle sale d’attesa, ogni luogo è perfetto!
Un abbraccio.
Grazia
La libertà di abbandonare un libro che non soddisfa è impagabile! Per gran parte della mia vita mi sono ostinata ad arrivare all’ultima pagina, anche quando era un supplizio. Solo da qualche anno a questa parte sono diventata più flessibile. Con tanti bei libri in circolazione, sarebbe un peccato perdere tempo con libri che non mi piacciono e alla fine non mi lasciano niente.
MikiMoz
Su Amazon proprio non saprei come può funzionare…
Sull’argomento del post: sono un lettore senza limiti, anarchico.
E odio le barriere.
Recensioni? Sì ma senza trama o dettagli. Introduzioni? Dipende.
Appendici? Le preferisco, a volte: vedi Il signore degli anelli :p
Generi? Preferisco racconti di vita, moderni. Preferisco saggi a romanzi, studi ecc.
Sì alle storie brevi e ai racconti.
Dove? Ovunque
Moz-
Grazia
Il Signore degli Anelli è una specie di testo sacro per me, ma le appendici le ho sempre trovate ostiche, anche se fanno capire quale straordinario lavoro ci sia dietro il romanzo. Per Tolkien quel mondo era diventato Storia, non una storia.
Marina
Abbiamo molte cose in comune nella lettura: anche a me piace leggere storie drammatiche, che non volgano al tragico (sono pur sempre romanzi e conto nel lieto fine); non amo i finali aperti (anzi, alcuni mi fanno proprio incavolare), la lettura di più testi contemporaneamente è un must, per me: max tre e tutti di genere e stile diversi. Ho capito di recente che la lettura non deve comprendere il limite del gusto, perché, è vero, abbiamo delle preferenze soggettive, ma poi le storie possono conquistarti ugualmente, se sono belle e ben scritte: non amo i gialli, i romance, gli horror, i fantascientifici, i fantasy eppure mi sono trovata ad apprezzare Paco Ignacio Taibo II, Shirley Jackson, Philip K. Dick o la Rowling. Dunque sì, be open!
Grazia
Massimo tre libri? Sì, andrebbe meglio anche per me. Ci proverò, per evitare tempi di lettura biblici.
Ivano Landi
Eccomi, alle spalle di una lunga schiera di altri lettori-commentatori. Qualcosa però ti ho già anticipato, senza volerlo, qualche giorno fa, in risposta a un tuo commento sul mio blog. Come ti ho scritto di là, leggo più saggi che narrativa, e più saggi insieme accompagnati a un solo libro di narrativa. In casa leggo/studio solo saggi, mentre riservo la narrativa per l’esterno… d’inverno quasi solo negli spostamenti su mezzi pubblici, d’estate anche su una panchina all’aperto o in spiaggia. Con la conseguenza che leggo più narrativa nella bella stagione che nei mesi freddi.
Limitando qui il discorso al solo ambito narrativa, ho da anni una mia cerchia di autori preferiti che ho più volte tentato di allargare nel tempo con nuovi ingressi, ma con scarso successo: Henry Miller, Marcel Proust, il Salinger post-Giovane Holden, Thomas Pynchon, il nostro Roberto Calasso [e a questo proposito devo segnalarti il nostro massimo punto di divergenza: io leggo quasi solo Adelphi (e mi riferisco soprattutto alla saggistica), per gli autori ma anche per la meravigliosa veste grafica].
Mi piacciono inoltre gli scrittori estremi – De Sade, Lautréamont, Bataille in primis, poi l’horror, la fantascienza umanistica (cioè poco tecnologica e con poca azione) e in alcuni casi anche il fantasy (sempre “umanistico” e con poca azione). Sono invece stato costretto, dopo vari e inutili tentativi di autoipnosi, ad arrendermi all’evidenza che non mi piacciono né i gialli né i romanzi storici.
Per il resto, io ho una piccola collezione di cravatte, ma si sono rivelate abbastanza scomode come segnalibri
Ivano Landi
Mi accorgo di aver saltato un dettaglio per me importante. Sarà per l’età ormai avanzata, ma in generale mi capita di fare più riletture che letture. Difficile ormai che io consideri di aver davvero letto un libro se non l’ho letto almeno tre volte, magari a distanza di decenni l’una dall’altra. Stessa cosa vale per i film, anche se in questo secondo caso la quota di ri-visioni può alzarsi anche di parecchio.
Grazia
Per ora sto rileggendo soltanto saggi che hanno a che vedere con la spiritualità. Potrei rileggere tutti i testi che ho dieci volte, e continuare a trovarci nuovo materiale e capire concetti che non avevo capito prima. Con la narrativa i miei pochi tentativi sono stati deludenti, ma chissà, non è detto che debba andare sempre così. Questo a parte Il Signore degli Anelli, che ogni tanto rileggo, ma quello è diventato un rituale.
Tenar
Concordo con te. Il tempo è troppo poco per sprecarlo con i libri brutti. Sono guarita prima di te, credo, dall’idea del sacro dovere di finire il libro. Per il resto che lettrice sono? Onnivora. Adesso ho scoperto audible e lo trovo molto rilassante. Posso ascoltare un libro mentre sparecchio o stendo o faccio le pulizie ed è liberatorio, perché sto affrontando tomi che avevo paura ad approcciare e che invece così scivolano via facili facili. Certo, il gusto del cartaceo per me rimane inarrivabile, ma si fa di necessità virtù.
Grazia
L’importante è che le storie arrivino; qualche compromesso è il minimo. Ho provato Audible una volta soltanto, e lì ho capito quanto sono abituata a leggere in fretta. Mi innervosiva molto la lentezza della narrazione.
Barbara
Sono una lettrice peaker!
Cioè accetto la sfida di leggere anche quando sono stanca, di superare i miei limiti di pagine o di genere, ben conscia però che va sempre rispettato il nostro gusto. Se un libro non ti diverte, cambia. Anche se non ho mai mollato un libro a metà, bene o male ci ho sempre trovato qualcosa di interessante.
Vorrei dire che sono onnivora, ma non è vero. Non mi piacciono i romanzi storici, con la sola eccezione di Outlander. Ho provato a farmi intrigare da qualche altro titolo (qualcuno dalla “Metadone list” proprio delle lettrici di Outlander), ma non vado oltre la quarta di copertina, con il sopracciglio alzato. Tanto di libri da leggere in attesa ne ho fino alla pensione.
Leggo gialli, thriller, fantasy all’occorrenza, fantascienza così così (The Martian mi ha messo un’ansia!!!), classici sempre (sono adesso su Anna Karenina, a rilento per attività extra, qualcuno mi ha chiesto “ma come fai? è troppo lungo, periodo lunghi, ripetitivo” e io pensavo “è eccezionale, lo adoro per questo, se è lungo poi durerà di più la lettura!”), romance i miei preferiti, ma non gli Harmony e compagnia, qualcosa di più sostanza ecco.
Mi piace molto anche la saggistica, di solito su marketing, crescita personale o gestione del tempo, ma ne ho letta un po’ meno con la pandemia, credo però dipenda dalle occasioni di lettura. Sempre a casa, il romanzo cartaceo ce l’ho a portata. Prima leggevo qualche pagina di saggistica nei buchi di tempo in corsa, magari anche dal cellulare. L’ereader in effetti giace addormentato da un po’, da casa leggo cartaceo.
Grazia
E’ proprio quella lista eterna di libri da leggere, in costante allungamento, a far passare la voglia di insistere nella lettura. Però, non hai mai lasciato un libro a metà… io dico che meriteresti un premio!
Cristina
Verissimo, ci sono tanti tipi di autori come diversi tipi di lettori. Di recente tendo a leggere a posteriori le… prefazioni, e mi diverte anche leggere qualche recensione dopo per vedere se altri lettori hanno colto aspetti di un libro cui non avevo pensato, oppure hanno espresso la mia opinione meglio di me. Di solito tendo a leggere in contemporanea un saggio e un romanzo, ma non due romanzi insieme perché se un libro mi cattura gli dedico la mia piena attenzione: per esempio ho appena finito un romanzo molto impegnativo “Il re e il suo giullare” di Margaret George. Impegnativo sia perché sono quasi mille pagine sia perché con il corpo abbastanza piccolo secondo me si arriva al doppio. Avevo iniziato un libro di Alice Basso “L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome” che ora riprenderò.
Leggo un po’ di tutto, ma non spionaggio perché gli intrighi sono troppo complicati. Non mi piaccioni gli audiolibri perché mi impongono un ritmo di lettura che magari non è il mio.
Mi sono liberata anch’io in tempi recenti dall’obbligo di terminare i libri, mentre non finire un libro era vissuto come una sconfitta. Ho troppo poco tempo per dedicarlo a libri che non mi piacciono, come alla visione di film che non mi piacciono. Di solito lo capisco dopo una trentina di pagine o dopo i primi dieci minuti.
Per concludere, come sai anche per me Amazon è un grande mistero!
Grazia
Un mistero che resta tale anche dopo avere indagato, devo dire! Insomma, se voglio leggere “Il re e il suo giullare” mi preparo al peggio… forse mi conviene aspettare un po’ a leggerlo, ho bisogno di qualcosa di più agile. Sto finendo lentissimamente Overstory, un libro bellissimo ma intenso fino a diventare doloroso (è scritto per me, si parla di alberi). A volta la lettura riserva delle sensazioni così strane…
Andrea
Interessante post, Grazia.
Non credo di esserlo altrettanto io perché sono un lettore abbastanza banale. Leggo un libro per volta, procedendo più lentamente di quanto vorrei, spesso a causa della stanchezza mentale con cui arrivo a fine giornata.
Non amo né i thriller né i fantasy, ma preferisco i romanzi che narrano delle belle storie di vita ordinaria, meglio se non troppo prolisse.
Ecco, negli ultimi tempi mi annoio più spesso davanti a un libro prolisso, in cui l’autore sembra allungare il brodo con pagine inutili, ridondanti direi.
A differenza della maggioranza che ha qui commentato, in questo momento non vivo momenti di stanca ma leggo abbastanza. Mi piace molto Faulkner e di recente ho riletto Il Lupo della steppa di Hesse che mi è piaciuto molto di più della prima volta, quando lo lessi da ragazzo.
Ora sto leggendo La donna d’altri, un saggio di Telese sull’evoluzione della sessualità negli Usa del ventesimo secolo.
Tra poco riprenderò a scrivere e quindi il ritmo di lettura necessariamente calerà…
Buona lettura e grazie a tutti per gli spunti interessanti.
Grazia
Grazie a te per avere offerto i tuoi spunti personali, Andrea. Vedo che molte persone ri-leggono; voglio lasciarmi ispirare da questo fatto. Nei periodi in cui si scrive, lo spazio per la lettura si riduce, un po’ per questioni di tempo, un po’ per l’ingombro mentale di parole.
Andrea
Qualche spunto in più !
Ciao
https://www.illibraio.it/news/storie/leggere-1393836/
Grazia
Letto con piacere.
Lisa
Abbiamo molte cose in comune, inclusa la carenza di energie. La notizia più bella è che stai lavorando alla storia di Amela e spero che presto sarà pubblicata.
Grazia
Sto iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel, Lisa. E’ un bel tunnel e sono felice di esserci, ma non credevo che l’impresa mi avrebbe tenuta impegnata come due romanzi. Grazie della vicinanza.
Rebecca Eriksson
Io le prefazioni anche le leggo, si trovano riflessioni importanti… ma non devono durare quanto un capitolo del libro! Proprio di recente mi è capitato di mettere da parte un libro stanca della prefazione. Tra un po’ lo riprendo in mano saltandola a piè pari.
Conciliare lavoro di scrittura e lettura è sempre difficile, non sono cose che si possono programmare rigidamente, scandendone le tempistiche. Buon lavoro, poi i tempi di lettura torneranno.
Grazia
Grazie, ci conto. Ancora qualche settimana.