Maestri

Arte e fallimento camminano insieme

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(Traduzione di un articolo di Matt Appling)

Sono insegnante di arte. Permettetemi di essere sincero per un istante: sono felice quando i miei studenti ottengono dei buoni risultati, ma mi piace anche vederli alle prese con il fallimento.

Non fraintendetemi: mi piace dare voti alti e mostrare all’intera classe dei bei lavori, così come vedere i volti raggianti e orgogliosi degli autori; ma mi piace anche quando il lavoro dei miei studenti non è all’altezza della visione che avevano in mente quando hanno iniziato a creare.

Come scrittori, come artisti, come persone, credo che abbiamo perso l’arte del fallimento che è essenziale per avere successo nella vita.

Perché tanti adulti si sentono insignificanti, come se la loro vita non contasse niente? Per quale motivo si sentono dei falliti? Perché il fallimento non è mai stato una parte importante della loro storia.

Pensateci: le migliori storie contengono conflitti, una lotta di qualche genere, un eroe che si trova ad affrontare avversità incredibili, giusto? Uno che continua a incassare i colpi della sorte ma non smette di rialzarsi. Non esiste una buona storia senza un buon protagonista.

Ma tanti di noi sono stati condizionati a rinunciare, a evitare il fallimento. A mollare prima di arrivare al climax della storia. Come possiamo diventare gli eroi che vogliamo essere se non abbiamo mai affrontato le avversità, non ci siamo rialzati, non ci siamo fatti strada attraverso insuccessi brucianti?

Per lungo tempo ho avuto uno strano rapporto con il fallimento. Era una nube scura da evitare a ogni costo, anche se questo significava non fare nulla. Non fare nulla era sempre meglio che non riuscire. Solo quando ho iniziato a insegnare mi sono reso conto di quale disperato bisogno i ragazzi abbiano di imparare ad affrontare l’insuccesso.

Mi piace quando nella testa degli studenti scatta quell’interruttore: ciò che hanno messo sulla carta non è all’altezza della visione iniziale. Le loro mani non sanno ancora realizzare ciò che la mente sogna. E imparano alcune lezioni:

  • il successo non arriva a buon mercato
  • il fallimento non è la fine del mondo o un’istigazione a lasciar perdere, che non c’è vergogna nel non riuscire.
  • possono prendere nuove decisioni basandosi sugli insuccessi, e imparare dal fallimento

Mi piace vedere che prendono atto di non avercela fatta – e vanno avanti.

Forse alle nostre vite manca qualcosa di speciale…
Sentiamo di non avere realizzato abbastanza…
Non siamo gli eroi epici che sognavamo di diventare…

…proprio perché non abbiamo affrontato abbastanza fallimenti. Li abbiamo evitati, abbiamo rinunciato troppo presto; oppure non ci siamo nemmeno messi nella situazione di non riuscire. Non abbiamo mai sfondato un ostacolo. Arte e fallimento, ve lo assicuro, camminano insieme.

Se vi sentite falliti, non preoccupatevi: è una cosa positiva. Significa che siete in gioco e state lottando. State raccontando una grande storia, che un giorno verrà raccontata alle generazioni future. Ma non smettete di scrivere prima della parola “fine”.

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