Vita da scrittori (e non)

Cosa possono fare tre parole?

Reading Time: 5 minutes
Forse poco. Forse niente.
Ma possono dare una direzione al nuovo anno.

 

Se gli ultimi giorni di dicembre sono per tradizione il periodo in cui si tirano le somme dell’anno che termina, nei primi giorni dell’anno nuovo si cercano di definire gli obiettivi per l’anno appena iniziato.

Che siano o no rituali vuoti, come li definisce qualcuno, credo dipenda da noi. Siamo noi a rendere magici gesti e simboli, caricandoli con la nostra attenzione e le nostre energie, fino a convincere le energie dell’universo a lavorare al nostro fianco. Quando così non è, quante cose diventano sciocche e inutili!

Per me l’inizio dell’anno “psicologico” coincide ancora con l’inizio dell’anno scolastico, da brava scolaretta, però ho sempre avuto l’impressione che periodi diversi portino con sé un accento particolare su elementi diversi. A volte sono domande, a volte nodi che si evidenziano, oppure scoperte da approfondire. È degno di nota che spesso gli stessi elementi emergano anche nei discorsi di altre persone che conosco, proprio nello stesso momento come se tutti captassimo particolari vibrazioni diffuse per l’etere – e sono convinta che sia proprio così.

Per questo mi unisco, anche se un po’ in ritardo, all’iniziativa di Daniele Imperi sul suo blog Penna Blu nell’individuare le tre parole che mi faranno da leitmotiv per questo periodo, come piccole lanterne che illuminano un tratto di cammino.

PRIORITÁ

Che il tempo sia tiranno lo diciamo tutti, a proposito e a sproposito. Io, per esempio, non lavorando da anni, in teoria dovrei riuscire a vivere le mie giornate con tutta la calma del mondo. Invece il tempo tiranneggia anche per me, giusto per essere imparziale. Non riesco affatto a fare tutto quello che vorrei, sia perché gli aspetti pratici della vita quotidiana sembrano moltiplicarsi con l’aumentare del tempo “libero”, sia perché gli interessi diventano tentazioni cui è facile cedere, nell’illusione che ci sia tempo per tutto. Appurato che non è così, una sana consapevolezza delle priorità mi è necessaria per organizzarmi.

Ma esiste anche un altro aspetto della questione: tra le mie priorità dichiarate e quelle praticate c’è un divario consistente. Da qualche tempo tengo d’occhio questa incoerenza, con cui sembro convivere bene. Ma ci sono ripercussioni: ogni volta che lascio troppo spazio a elementi in coda alla lista, sacrificando le voci ai primi posti, sto di fatto prendendo una direzione diversa da quella che dico di avere scelto. Vale la pena di capire meglio cosa significa.

Dal punto di vista della scrittura, in questo momento “priorità” significa rendere compatibile la promozione di Cercando Goran con l’inizio della stesura della Nuova Storia. Immaginavo che avrei avuto il mio bel daffare a proporre il romanzo ai blog per ricevere una recensione, ma il lavoro è superiore alle previsioni, quadruplicato perché il romanzo è uscito anche in lingua inglese. In pratica bastano tre o quattro proposte al giorno – personalizzate, non standard – a occupare una bella fetta di tempo. Questo deve cambiare. D’ora in poi, sia il lavoro di promozione di Cercando Goran, sia la preparazione di Veronica c’è per l’autopubblicazione, devono essere soltanto un accompagnamento alla stesura della Nuova Storia. Oh, non ve ne avevo parlato? Genere Young Adults, tanto per non farmi mancare niente.

ELASTICITÁ

Questa parola è sul podio da un certo tempo, e ha portato con sé grandi miglioramenti nella mia vita. Elasticità è rinunciare al controllo totale sulla mia vita e sulle persone che la popolano, anche con le migliori intenzioni. È accettare che stia a me decidere a cosa dedicare le mie energie, senza pretese sui risultati. È non convivere con strutture mentali che si sovrappongono alla realtà, creando un costante confronto tra le cose come le voglio e come sono. È sapere che sto imparando, ogni giorno, perciò quello che considero irrinunciabile oggi potrà sembrarmi secondario domani. È imparare a perdonare. È rinunciare ad aggrapparmi alle cose per paura di non saperne fare a meno. (Di questo ho parlato anche qui.)

Dal punto di vista della scrittura, elasticità significa per esempio smettere di avere pretese sulle mie prestazioni, come se fossi obbligata a uniformarmi a chissà quali dettami. È bene scrivere qualche riga ogni giorno, ma non è assolutamente un problema se questo non succede. I miei passati timori che la mancanza di regolarità mi allontanasse definitivamente dalla scrittura si sono rivelati infondati e pericolosi. Da quando sono meno nazista verso me stessa, la voglia di scrivere è risorta!

 

INTENSITÁ

Non voglio sprecare energie in attività che mi danno poco, soltanto perché le ho programmate. C’è una sensazione particolare nel fare la cosa giusta al momento giusto, non trovate? È come una leggera ebbrezza, oppure una chiave che gira perfettamente oliata nella toppa. Come adesso, che sono qui a scrivere, finita la cena, e guardo le parole uscire sulla pagina, semplicemente contenta di essere il canale che permette loro di uscire.

L’intensità non è una new entry per me. Ne parlo anche in questo articolo, uscito fresco fresco sul blog Project Excape. Ringrazio Andrea e Alessandro per avermi chiesto di raccontare la mia vita nell’ottica della ricerca della felicità. È stata un’occasione per riflettere su me stessa e sul mio passato in modo diverso dal solito.

Nella scrittura, intensità significa, tra le altre cose, non avere fretta. Ci sono stati diversi momenti, nella gestazione della Nuova Storia, in cui mi sono detta “basta preparativi ed esitazioni, adesso inizio a scrivere”. La storia, però, non era matura; non aveva la qualità leggermente ossessiva delle storie pronte a uscire. Ho scelto di seguire il metodo Snowflake anche per trattenermi dall’accelerare i tempi. In questo modo alcuni aspetti del progetto sono cambiati, e in particolare c’è stata una svolta che renderà la storia molto diversa da come l’ho immaginata per mesi.

E voi, state già mettendo alla prova le vostre tre parole per il 2018? Ne siete soddisfatti?

P.S.: Grazie a Luz, del blog Io, la letteratura e Chaplin, che ha premiato nel suo appena nato Chaplin Award anche il mio articolo Ho corso con Murakami Haruki.

BOLLETTINO DELLO SCRITTORE
Come dicevo, sto lavorando con calma e costanza alla promozione di Cercando Goran, sul fronte italiano e internazionale. Sull’altro fronte, ho finalmente “visto” la prima scena della Nuova Storia. Chi scrive sa che non è una cosa da poco!

BOLLETTINO DEL LETTORE
Seguendo il consiglio di Serena, ho letto Burial Rites, un romanzo ambientato nell’Islanda dell’Ottocento, che mi ha lasciata del tutto soddisfatta. Ottima prova d’esordio per Hannah Kent, giovane autrice australiana che ha scritto questo romanzo come tesi di laurea, basandosi su una storia vera sentita durante un lungo soggiorno in Islanda. Ho terminato anche la lettura di Civil War, il volume di storia scritto da Peter Ackroyd e dedicato al Seicento inglese, come i precedenti molto interessante.
Prosegue la lettura di A Course in Miracles. Questo non è un libro normale, e ne avrò per un pezzo. La novità è che sto leggendo Come un dio immortale, l’ultimo romanzo di un’autrice speciale, che porta il nome di Maria Teresa Steri… vi ricorda qualcosa?

39 commenti

  • Elena Ferro

    Ciao Grazia, le tue tre parole sono il portato di un lungo percorso che ora si compie. L'energia dell'universo è pronta ad accompagnare questa volontà rinnovata e ferma che lascia spazio a te stessa. Sono contenta che l'immagine della Nuova Storia sia arrivata e che anche il resto stia prendendo una forma che ti convince di più. Sta capitando anche a me, la mia nuova storia è stata già scritta ma in questi mesi sono affiorati elementi nuovi che la caratterizzeranno meglio. Anche il consiglio di Annie mi è stato molto utile. Buon 2018!

  • Barbara Businaro

    Cosa possono fare tre parole? Agli scettici ricorderei la frase d'amore più potente al mondo, pensa cosa può fare quella!
    Belle le tue tre parole, impegnative, ma del resto se devono fare da guida a un intero anno, devono essere potenti!

  • Sandra

    Vedo una grande consapevolezza nella scelta delle tue parole e mi piacciono molto, così come mi piacciono i bollettini. Con la mia unica parola sta andando molto bene, la sento accanto a me, e credo di aver fatto una buona scelta.

  • Tenar

    Mi riconosco molto nelle tue parole. Io non ne ho scelte per il 2018, ma direi che l'obiettivo che posso pormi è di essere contenta per i risultati che riesco a raggiungere, senza struggermi per tutto quello che non riesco a fare. Non sarà facile.

  • Daniele

    Grazie per aver partecipato e auguri per le tue 3 parole
    La tua parola Elasticità la assimilo alla mia Tempo. Ma anche Intensità ha un significato simile, come spieghi alla fine.

  • Maria Teresa Steri

    Aspetta che devo un attimo riprendermi dall'emozione… E anche dall'ansia, eh. Okay, ci sono! Grazie infinite per la menzione così speciale, sono felice e agitata al tempo stesso di essere tra le tue letture.
    Parole forti con intenti importanti, le tue. Mi piace moltissimo "elasticità", credo sia un concetto che dovrei fare anche mio. E con i tanti progetti che hai in corso (bello il titolo Veronica c'è, tra l'altro), è importante anche trovare le priorità giuste, senza farsi soffocare. In modo particolare mi ritrovo sul cercare un equilibrio tra la promozione e la scrittura. La promozione è in grado di fagocitarti, se non si sta attenti. A scapito di ciò che amiamo di più.

    • Grazia

      Me ne sto accorgendo in questi giorni. Credevo mi sarebbe bastato preparare una lettera di proposta in italiano e una in inglese, e poi cambio di nome e via. Invece no! Ogni blogger ha – giustamente – sue regole e sue preferenze; inoltre non mi piace spedire a caso, senza conoscere il blogger, perciò mi faccio un giro, cerco di capire che tipo è, e dopo mi viene da modificare la lettera standard di conseguenza. Potenzialmente, è la never ending story.

  • Marco Freccero

    Mah! Io quest'anno non ho scelto nessuna parola, a parte il "No marketing" ribadito 3 volte. Succederà quello che succederà. Non mi attendo nulla di nuovo, né di strabiliante o importante.

  • Andrea Di Lauro

    Bello tozzo di contenuti questo articolo. Grazie a te di aver dedicato parte del tuo tempo anche a noi, e sono contento che ti sia stato utile.
    Io di parole ne ho solo due: disciplina e libertà. Quindi sono libero di fregarmene di queste parole ma voglio essere disciplinato nell'integrarle in questo 2018.
    Ti auguro di vivere pienamente tutti i tuoi progetti

    • Grazia

      Le tue parole mi piacciono molto, anche perché sono in apparente contraddizione. C'è qualcosa di molto interessante sotto. Ricambio l'augurio!

  • Rosalia Pucci

    Tre parole guida perfette, segno di una consapevolezza ammirevole. Imporsi in modo spartano troppi vincoli nella scrittura è sicuramente una gabbia che può ottenere l'effetto contrario. Vada per l'elasticità anche per me Rinnovo gli auguri di un anno elastico e intenso sotto ogni punto di vista

  • Giulia Lù

    Tre parole perfette per il nuovo anno, sulla parola priorità capisco che chi non lavora diventa spesso il punto di riferimento per le incombenze familiari (scommetto che ti dicono …tanto non lavori). Elasticità e intensità molto giuste anche queste parole, ti auguro di perseguirle sempre. Sulla promozione capisco bene il problema, contattare i blogger, scegliere i blog giusti e poi tutto quello che segue porta via un sacco di tempo ed è praticamente un lavoro che non sempre porta i risultati sperati…in bocca al lupo!

    • Grazia

      Viva il lupo! Del resto autopromuoversi è necessario, pur sapendo che i risultati difficilmente sono smaglianti, se si vuole essere letti anche solo da dieci persone in più (o in tutto!). Ed è lo stesso lavoro che serve fare quando si è pubblicati da un piccolo editore.

  • Cristina M. Cavaliere

    Di solito non faccio buoni propositi per l'anno nuovo, ma è indubbio che ci siano periodi particolari dell'anno che invitano alla riflessione. Le tue parole mi sembrano molto molto buone, soprattutto in considerazione del fatto che hai già cominciato ad applicarle.
    Come scrivevo a Giulia sul suo blog, sto meditando di partecipare ma con tre massime anziché con tre parole, dato che sono logorroica a livello scrittorio. Non so se riesco a riaffacciarmi al blog questo sabato, ma senz'altro prima della fine del mese sotto qualche forma rispunterò.

    • Grazia

      Tre massime sarebbe una variante molto carina. (Ti immagino sommersa dai libri, a ripetere quello che hai studiato mentre giri per casa, sotto gli occhi partecipi dei tuoi familiari.)

    • Cristina M. Cavaliere

      Domani ci sono con il post e le mie tre massime!
      Per quanto riguarda la ripetizione delle lezioni, di solito mi asserraglio nello studio oppure, ancora meglio, fuggo a Milano per trovare pace. Se c'è una cosa che mi imbarazza (una delle molte), è proprio ripetere a voce alta davanti a tutti.

    • Cristina M. Cavaliere

      Sì, assolutamente! Come scrivevo nel post di riapertura, lo stato del mio labbro gonfiato dopo l'intervento mi imbarazzava al punto tale che stavo pensando di ritirarmi dall'esame.

    • Grazia

      Grazie, anche di essere passata! Le parole sono veramente uno strumento potente, in positivo come – purtroppo – in negativo.

  • Serena

    Ciao tesoro, buon anno, con tutto il mio cuore.
    Sono contenta che Burial Rites ti sia piaciuto.
    Quanto alle parole, io ho preso la decisione di non rivelare la mia. Le tue mi piacciono molto; soprattutto ci vedo dietro una grande consapevolezza, come ha già scritto qualcuno, quindi non potrà che andare bene.
    E' stato bello vederti riapparire – parlo di qualche tempo fa ovviamente – e ora ogni volta che ti leggo apprezzo ancora di più, perché so che percorso sta dietro ad ogni tua parola.
    Io ci sono sempre, lo sai, anche se non sempre riesco a commentare.
    Ti abbraccio… ancora buon anno

  • Serena

    Dimenticavo: la visione della prima scena. Momento mistico. Io ho "visto" la scena di una lupa rossiccia che lotta con un orso per difendere il suo piccolo… e da lì è partito tutto. Ecco, era solo per dirti che ti capisco perfettamente e che sono felice per te!

  • Clementina Daniela Sanguanini

    Queste tre parole sono stupende!
    L’invito è molto simpatico, però cedo che non sceglierò tre parole o tre aforismi e così via per definire le linee guida del mio futuro. Preferisco non cristallizzare ciò che progetterò di realizzare quest’anno, vorrei rimanere senza vincoli per accogliere tutto ciò che arriverà di nuovo… ecco, diciamo che “elasticità”, già selezionata da te, è la parola che preferisco in assoluto ^__^
    Buon 2018 carissima Grazia e un abbraccione!

    • Grazia

      Di base la penso come te sul fatto di fissare obiettivi per l'anno. I periodi personali hanno una scansione del tutto diversa dal calendario! Ricambio l'abbraccio.

  • Gloria Vanni

    Belle queste tue tre parole, Grazia, mi piacciono e te le vedo bene dentro. Per quanto riguarda me non ho scelto alcuna parola, al momento, ma magari domani mi vengono fuori da sole e allora posso solo ascoltarle e accettarle. Nel frattempo, ti auguro un felice 2018 e continua a scrivere e pubblicare. Con affetto

  • Patricia Moll

    Belle le tue parole!
    Io ne ho scritte due sulla mia nuova agenda. Due che formano una brevissima frase.Purtroppo sono già andate a farsi benedire ma spero ancora di riprendermi
    Ah, le parole? Farmi furba! Nel senso buono beninteso, nel senso di imparare a dire no quando serve. E parlo della vita privata, di quelle sanguisughe che ti prosciugano an che l'anima, vedi ad esempio le suore della casa di riposo di una nonna o le amiche dell'altra.
    Menomale che esiste ancora il web, esistono ancora i blogger e i blog!

  • Luz

    Intanto grazie a te per aver apprezzato il mio modestissimo premio che hai meritato in pieno.
    Le tue tre parole leit motiv del 2018 mi piacciono molto e sarebbe bene fare un bilancio di fine anno poi se sarai riuscita a tenervi fede. Io non mi riprometto grandi cose, perché le grandi cose stanno già accadendo e davvero non potrei prefiggermi altro se non… rallentare. Il teatro è diventato un impegno non indifferente e il 2018 è già cominciato con un plauso importante del pubblico del mio nuovo progetto, Finding Anne Frank.
    Rallentare. Tornare a quel senso di… "che bello, domani ho la giornata totalmente libera", che non vivo da molti mesi.

    • Grazia

      Mi sembra bellissimo che tu stia riuscendo a vedere riconosciuto il tuo lavoro in ambito teatrale. Certo ti auguro anche qualche sana pausa!

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *