Scrittura

Esercizi di scrittura, perché no?

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Non sono una fan degli esercizi di scrittura. Ogni volta che, leggendo un manuale, mi imbatto nella sezione esercizi, cedo alla tentazione di saltare al capitolo successivo. Non a caso in “Per scrivere bisogna sporcarsi le mani” una sezione simile è del tutto assente…

Eppure sono sicura che gli esercizi abbiano una loro utilità. Se è vero che per migliorare si deve scrivere con costanza – e questo pare proprio una certezza, visto il numero degli autori di successo pronti ad affermarlo – nasce il problema di cosa scrivere. Non è facile avere spunti che ci diano da scrivere ogni giorno, anche soltanto per dieci, quindici minuti.

Vi propongo un’idea di Cathy Birch, che nel suo manuale “The Creative Writer’s Workshop” suggerisce questo esercizio da svolgere quando ci si trova in un luogo affollato, come in fila alla cassa del supermercato o nella sala d’attesa del medico: si punta una persona e ci si posiziona accanto a lei, poi si prende nota di quanto segue:

1 – Tre cose che sappiamo della persona (osservazione diretta)

2 – Tre cose che proviamo per la persona (la nostra reazione “di pancia”)

3 – Tre cose che immaginiamo della persona

A questo punto dovremmo avere in mano un personaggio da usare come ispirazione per il nostro momento di scrittura quotidiano, da solo oppure accoppiato a un altro personaggio che avremo individuato allo stesso modo. Ridicolo? Forse, ma pare che questo genere di esercizi vada a pescare direttamente nel nostro subconscio, dove il materiale per scrivere certo non manca. Basta poco per sviluppare una piccola idea, e cosa ne uscirà, chi può dirlo? Anche la perla si sviluppa da un semplice granello di sabbia.

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