Scrivere secondo Jack M. Bickham
Progetta la storia, scrivila, correggila. Tieni le tre fasi più separate che puoi, senza accanirti contro te stesso.
Una parte importante della tua crescita come scrittore risiede nel capire che tutti noi abbiamo paura: di sembrare stupidi, di restare a secco di idee, di non vendere ciò che scriviamo, di non essere notati.
Queste paure fanno parte del nostro lavoro, sentirci stupidi no. Certi timori non ci abbandoneranno mai e dovremo imparare a conviverci; ma la sensazione di inadeguatezza se ne va quando capiamo che è solo il mugugno geloso del nostro emisfero sinistro ipercritico, stanco di doversene restare zitto in un angolo mentre l’emisfero destro gioca.
Potrebbe andare molto peggio: potresti far parte di quella piccola minoranza condannata che considera ogni parola che scrive preziosa, ogni idea che partorisce immortale, ogni personaggio che crea un semidio, ogni trama che elabora un classico.
Loro non pensano mai di essere inadeguati, perciò non conoscono autocritica, non ascoltano consigli, non cercano di imparare dai grandi scrittori. Sprecano la loro energia emotiva difendendo il terreno roccioso del loro enorme Ego.
Jack Miles Bickham (1930-1997) è stato un prolifico scrittore statunitense, autore di 75 romanzi pubblicati, due dei quali sono diventati film.

Grazia Gironella, nata a Bologna, vive ai piedi delle montagne friulane ed è appassionata di natura e discipline orientali. Tra le sue pubblicazioni: La strada che non scegli (biografia); Cercando Goran (Searching for Goran in lingua inglese), Veronica c’è e Tutti gli amori imperfetti (romanzi); Tarja dei lupi e La pace di Jacum (racconti lunghi), e il manuale di scrittura creativa Nel cuore della storia.
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