Scrittura

Parliamo della D eufonica

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Come l’abuso di aggettivi, anche la  “d” eufonica inserita a sproposito è uno dei segni distintivi di  molti scrittori in erba, sebbene le sue origini siano per così dire  “nobili”. E’ infatti a scuola che ci viene insegnato a inserirla al  termine delle congiunzioni “e” e “o” e delle preposizione  “a” quando le stesse sono seguite da una parola che inizia per  vocale.

In realtà la regola grammmaticale prevede  che la”d” eufonica sia aggiunta solo quando a incontrarsi sono vocali  uguali. Diremo perciò:

eD ecco               ma       e allora

aD andare            ma       a iniziare

oD oltrepassare    ma        o insieme

Si può considerare un’eccezione  l’espressione “ad esempio”, che privata della “d” suona  malissimo, ma può essere sostituita con “per esempio” se si vuole  uscire dall’impasse. “Od” è comunque piuttosto obsoleto, e si  preferisce al suo posto l’uso di oppure.

La questione della “d” eufonica è  in sé una quisquilia che può essere corretta tranquillamente in fase di  editing, ma come altri dettagli tende a comunicare all’editore una certa  immagine di noi, e come tale va tenuta in considerazione.

(Nel cuore della storia, Grazia Gironella, 2019)

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