Vita da scrittori (e non)

Lo stress dello scrittore

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Le parole di Monica Wood

Qualche anno fa ho portato la mia sorellina a fare una passeggiata per osservare gli uccelli. Lei è un animo vivace, tendente alla stravaganza, perciò l’ho avvisata – in modo adeguato, credo – che il birdwatching è un passatempo tranquillo che richiede molta pazienza e poca conversazione. Certo, ha cinguettato lei, sempre pronta a provare qualcosa di nuovo.
L’ho portata a un boschetto vicino a uno stagno e sono rimasta lì in piedi ad aspettare che si facesse vedere qualche parula golagialla. Dopo circa un minuto e mezzo mia sorella mi ha detto: “Vuoi dire che dobbiamo davvero restare qui, in piedi, senza muoverci?”
Penso spesso a questa storia quando incontro persone che dicono di voler scrivere. Puoi dire loro cento volte quanto scrivere sia un atto solitario, povero di soddisfazioni, inadatto alla maggior parte delle persone, ma è solo facendolo che alla fine capiscono. Bisogna stare fermi.

Monica Wood

Ho postato questo brano perché mi sembra centrare abbastanza un aspetto fondamentale dello scrivere, se si vuole farlo seriamente e non come semplice passatempo: la capacità di essere pazienti e resistenti allo stress. Le revisioni, i tentativi infruttuosi con gli editori, la ricerca affannosa di idee che sembrano non arrivare mai, la tentazione di sopravvalutarsi o sottovalutarsi… ce n’è a sufficienza per mettere alla prova chiunque!

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