Scrittura

10 cose che gli autori professionisti sanno…

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…ma che potresti impiegare anni a scoprire

Questo post tratto dal blog Storyfix porta un titolo impegnativo, ma il richiamo agli autori professionisti fa pensare bene. Vediamo se contiene qualcosa di utile.

1 – Mai iniziare a scrivere una storia – o almeno la stesura finale di una storia – senza sapere come va a finire.

Anche se odiate ogni pianificazione, non avete nessuna possibilità di azzeccare un’ultima stesura senza inquadrarla nell’ottica del suo finale. Nella prima parte del manoscritto brancolerete nelle nebbie, mentre nell’ultima parte, quando avrete finalmente individuato il finale della storia, potrete sviluppare adeguatamente la narrazione. Per fare un buon lavoro, la prima parte dovrà essere in gran parte riscritta in seguito. Perciò fate come preferite – scrivete dieci stesure, usate post-it, fate schemi – ma siate consapevoli di non avere trovato la vostra storia fino a quando non avete un finale.

2 – Non prendetevi in giro sulla necessità di una struttura nella vostra storia.

Non si può essere avari nella preparazione, ed è meglio avere un’idea di cosa siano un incidente scatenante, un punto di trama e la differenza tra i due, il loro scopo e la loro posizione ottimale nella storia. Potete tirare a caso, certo, ma state giocando ai dadi con la vita del vostro manoscritto. Questi principi non sono “regole”, ma semplice fisica. Se ti dai una martellata in testa, ti fai male. Semplice fisica. Posiziona la prima svolta della tua trama troppo avanti nella storia, e la storia si affloscerà. Fisica. Non cercare di acquisire le conoscenze che servono alla vostra arte è una mancanza di rispetto nei confronti della vostra vocazione.

3 – Non prendete vie traverse.

La narrativa – di qualunque genere – richiede una linea e una focalizzazione che spingano avanti la storia. Non c’è il pulsante “pausa” in un romanzo. Persino i flashback esistono per spingere avanti la storia.

4 – Non scrivete una “piccola” storia senza che contenga qualcosa di “grande”.

Per intenderci, se scrivete dell’infanzia di vostra nonna nell’Iowa rurale, meglio che lei risulti essere un membro del Senato nato da genitori dello stesso sesso di una razza minoritaria nel profondo Sud.

Bisogna sempre decidere per chi si scrive. Se la risposta è “scrivo questa storia solo per me stesso”, scriverete con forti limiti rispetto a un’eventuale pubblicazione. Esistono isolate eccezioni, ma di solito questo approccio non funziona. Se volete scrivere in modo professionale, siate disposti a mettere in discussione il vostro modo istintivo di intendere la storia.

5 – Se non sapete descrivere la vostra storia in una singola frase interessante, probabilmente non saprete scriverla in ventimila frasi interessanti.

Perché? Perché per scrivere una buona storia dovete avere una perfetta padronanza del fulcro della storia. Quella singola cosa – il nucleo della storia, la domanda drammatica, ciò di cui parla la storia – è la forza propulsiva dell’intero processo, che crea un contesto per ogni cosa in ogni pagina.

6 – Non proteggete il vostro protagonista.

Piuttosto, mostratelo mentre si guadagna il suo posto al sole. Il protagonista deve essere il catalizzatore principale, il personaggio più attivo ai fini della risoluzione della storia; non uno spettatore, non una vittima, se non temporaneamente, e mai nel finale. Persino se muore, il vostro compito è dare al lettore la sensazione che ci sia stato comunque un lato positivo nel viaggio che ha vissuto.

7 – Non illudetevi che vi sia permesso tutto quello che è permesso agli autori famosi.

Non tirate fuori esempi isolati del contrario per giustificare scelte narrative che compromettono la riuscita della vostra storia. Un blogger che conta 40.000 lettori mi ha accusato di suggerire una scrittura a formule, citando come esempio dell’approccio contrario Cervantes. Questo equivale a voler insegnare il calcio basandosi sulle prestazioni di Maradona.

8 – Non siate verbosi.

L’odore che piace a una persona è sgradevole per un’altra – avete presente il tartufo? – perciò evitate di appestare l’aria con le vostre parole. Siate abili, siate ironici, acquisite un vostro stile, una vostra voce e un modo personale di vedere il mondo. Mantenete un tocco leggero, non risucchiate via l’aria dalla storia con i vostri tentativi di impressionare il lettore.

9 – Non accontentatevi.

Considerate la vostra premessa (l’idea dimostrata dalla storia, n.d.r.) e domandatevi come fare per rafforzarla. Analizzate la vostra domanda drammatica e chiedetevi se è abbastanza drammatica. Osservate i vostri personaggi e domandatevi come potete renderli più profondi, più intriganti e complessi, più capaci di suscitare empatia nel lettore. Questo tocca anche la natura del viaggio in cui li avete coinvolti (trama) e gli ostacoli che opponete loro. Se non avete una trama valida e ostacoli altrettanto validi, accontentarvi è il bacio della morte per la vostra storia.

10 – Domandatevi se ciò che scrivete interesserà a qualcuno oltre che a voi, se parla di qualcosa di comune all’esperienza umana.

Fate in modo che la vostra storia esplori e illumini la vita e spinga i lettori a riflettere e a provare sentimenti, di qualunque genere.

Gli scrittori esordienti sono spesso alla disperata ricerca di storie su cui esercitare i loro nuovi poteri letterari, storie che però troppo spesso finiscono con l’essere avventure di una notte; cercate invece una storia che possa essere una compagna di vita, una storia che conti.

Quando sarete ricchi e famosi potrete scrivere ciò che vi aggrada e trasformare il banale in redditizio; ma fino ad allora attenetevi al punto 9.

Ogni storia inizia in modo promettente. Accertatevi che la storia che scegliete sia ricca di promesse innanzitutto per voi.

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