Scrittura

Informazioni sul passato dei personaggi

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I consigli di John Yeoman

Le informazioni sul passato dei personaggi non vanno servite subito al lettore; ma che fare se abbiamo bisogno di far sapere qualcosa al lettore proprio nelle prime pagine del romanzo?

La questione dà da pensare, perché sì, i testi di scrittura ci insegnano che inserire informazioni sui personaggi e sulle loro vicende passate quando la storia non ha ancora preso sufficiente impulso è deleterio, ma non sempre si trova il modo per rimandare le stesse informazioni a un momento più avanzato.

John Yeoman ci dà una mano con i suoi consigli che si richiamano al giallo, ma nella loro logica sono validi anche altrove.

1 – Lo straniero ignaro.

Nella storia compare uno straniero che pone a un personaggio una domanda ingenua (che sia credibile): “‘Mi scusi, come mai la scuola del villaggio si trova proprio accanto al carcere?’ Il vecchio Tom sorrise. ‘È una lunga storia…'” La storia, però, deve essere breve.

2 – Pettegolezzi utili.

I personaggi possono cenare in una trattoria, prendersi un caffè al bar, o comunque trovarsi in un luogo dove la figura di supporto (postino, barista, negoziante, dottore, parroco) fornisce loro l’informazione mimetizzata nella conversazione. Evitare anziane signore che sbirciano da dietro le tendine. Il mondo ha spazio per una sola Miss Marple.

3 – Il tour con guida ufficiale.

Se un personaggio si trova nel ruolo del padrone di casa, è plausibile che intrattenga gli ospiti con aneddoti. Un albero in cima a una collina, un libro sullo scaffale, qualunque oggetto che attragga l’attenzione può suscitare il racconto. Lo stesso vale per gli opuscoli turistici o i manifesti affissi per le vie. Le informazioni “ufficiali” appaiono al lettore come non mediate dall’autore, perciò hanno valore di verità oggettiva. Questo può essere sfruttato anche per fuorviare il lettore – per esempio nel caso delle storie mistery – quando le informazioni ufficiali si rivelano errate.

4 – Osservazione casuale.

L’informazione viene inserita in un dialogo come commento casuale.

«Non le consiglio di andarci», disse il meccanico mentre controllava il livello dell’olio. «Non hanno mai trovato il corpo della ragazza.»

Ulteriori battute di dialogo, anche suscitate da eventi futili, possono sviluppare ulteriormente la storia pregressa.

5 – Giornalista curioso.

Magari alle prese con persone scontrose, che lo inducono a insistere.

6 – Intermezzare con l’azione.

Se davvero la nonna deve vomitare addosso al lettore tutta la storia della famiglia, meglio interromperla spesso aggiungendo conflitto o azione, come un bambino esasperante che cambia discorso o un gatto che si impiglia nel suo lavoro a maglia. Mentre la nonna affronta queste distrazioni il lettore resta legato alla storia, se non altro per scoprire cosa succede al gatto.

Questi diversivi non devono essere fine a se stessi, né ingombranti. Ne abbiamo bisogno per creare un contesto, ma al lettore non servono montagne di dettagli irrilevanti per la storia, che non ricorderebbe comunque.       

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