Il mondo narrativo
Il lettore si affeziona ai personaggi e apprezza lo stile dell’autore. Se però si innamora anche del mondo narrativo, è tutta un’altra cosa.
Qualche giorno fa ho avuto una conversazione interessante con mio figlio sul genere fantastico e sulle motivazioni che legano il lettore a saghe, trilogie e storie monumentali come Harry Potter, Il Signore degli Anelli, le Cronache del ghiaccio e del fuoco, Outlander.
Eravamo entrambi di parte, perché amiamo il fantasy. Sentire parlare di tomi da mille pagine e personaggi che possiamo seguire per anni, invece che farci sbuffare, ci fa sfregare le mani con la contentezza del goloso in pasticceria. Detestiamo cordialmente gli autori che si fanno troppo aspettare. Patrick Rothfuss, per esempio, perché si cincischia con altre storie invece di finire la sua benedetta trilogia? Martin si sarà reso conto che gli scrittori, tra i tanti privilegi, non godono di quello dell’immortalità? Sanderson le vuole finire, queste Cronache della Folgoluce (orrenda traduzione!), oppure sta valutando se darsi all’ippica?
Crucci letterari a parte, mio figlio mi ha fatto riflettere sull’importanza di regalare al lettore non soltanto una bella storia, ma un mondo da amare. Perché ogni tanto mi viene voglia di rileggere Il Signore degli Anelli o La via dei re? Conosco la trama, ogni suspense è sparita; nel primo caso posso recitare brani del testo quasi a memoria. La simpatia per i personaggi è importante, ma non mi fa mai questo effetto. In definitiva la rilettura, anche a scapito della mia lunga lista di libri in attesa, può attirarmi soltanto perché ho voglia di rituffarmi in quel mondo.
Certo il genere fantastico richiede un mondo affascinante e coerente, se non vuole sembrare una favoletta da quattro soldi. Nel momento in cui si stacca dal mondo reale, il lettore perde la possibilità di immaginare. Deve essere l’autore a restituirgliela, trasmettendogli immagini e atmosfere, e le regole su cui si basa quel mondo, che va costruito a monte con pazienza e una buona dose di pignoleria, oltre che con un’immaginazione fertile.
Il ruolo del mondo narrativo, però, è importante anche nella narrativa realistica. Secondo Pietro De Angelis e Davide Pinardi, che hanno basato il loro lavoro sugli studi degli antropologi Carlo Tullio Altan e Joseph Campbell, sette elementi concorrono alla generazione del mondo narrativo di ogni storia.
- topos: il territorio, lo spazio
- epos: la memoria storica
- ethos: i valori condivisi
- logos: i linguaggi
- genos: l’insieme dei rapporti di status parentela e stirpe
- telos: le finalità comunitarie
- chronos: il tempo
Una quantità di dettagli di tutto rispetto da elaborare per un autore. Non vi dico quanto mi piacerebbe cimentarmi in questa impresa! Mai dire mai…
Il mondo della storia, però, è fondamentale anche nella narrativa più ancorata al reale, persino quando rimane ‒ o sembra rimanere ‒ sullo sfondo. Sono sicura che valga la pena di dedicarci tempo ed energie, come autori. Lo dico ponendomelo come obiettivo personale.
In tempi recenti, ho fatto esperienza del ruolo del mondo narrativo, purtroppo in senso negativo, leggendo Elena Ferrante. Avevo esitato molto prima di abbordare L’amica geniale. Non amo gli scrittori italiani e li leggo di rado, ma in questo caso mi era sembrato giusto fare un’eccezione, visto che ovunque si parlava dei romanzi di questa autrice in toni entusiastici (lo hanno definito un cult mondiale!). Considerate le mie remore, sono ricorsa alla biblioteca ‒ un’ottima scelta, perché ho terminato il romanzo a fatica. Bene la storia, bene i personaggi, bene lo stile… ma nel mondo che mi stava descrivendo non avevo voglia di restare, nemmeno per il tempo di una lettura.
Quello che mi è venuto da domandarmi, tornando all’annosa (per me) questione del mio rapporto con la madrepatria, è se nel mio ultimo post, in cui parlavo dei motivi per cui i miei personaggi viaggiano, non avrei dovuto inserire al primo posto questa mia allergia all’Italia. Goran viaggia attraverso l’Europa sulla scia delle sue visioni. Veronica resta in Italia, ma si muove per tutto il romanzo in luoghi che non conosce; non ha quindi l’immersione di chi ci è nato e ci vive in modo stanziale. Di fatto, anche quando scrivo storie ambientate almeno in parte in Italia, finisco quasi sempre con il focalizzarmi su elementi che rendono la storia meno italiana. Potrei anche ambientare i miei romanzi all’estero, ma è una discreta impresa riuscire a essere credibile parlando di luoghi conosciuti solo superficialmente, oppure mai visti, anche documentandosi in modo approfondito. Forse dovrei direttamente… espatriare?
Adesso che vi ho intrattenuti con i miei problemi di marziana catapultata sul pianeta Italia, ecco qualche notizia carina (per me): Nadia Banaudi ha postato tra i consigli di lettura sul suo blog una bellissima recensione di Veronica c’è. Grazie, Nadia!
Elena Ferro, invece, ha dedicato al romanzo, oltre a questo post sul suo blog Volpi che camminano sul ghiaccio, un video che mi è piaciuto moltissimo, non solo per il contenuto lusinghiero, ma anche per la sua originalità e “naturalità”. Grazie, Elena!
Ed ecco una notizia dilettevole: per dare una spinta di avvio a Veronica c’è su Amazon e festeggiare il mio compleanno, con qualche giorno di ritardo, nei giorni 15 e 16 maggio Veronica c’è sarà scaricabile gratuitamente su Amazon
È un’ottima occasione per scoprire se può piacervi una storia con dei ragazzi per protagonisti (ma non solo). Se vorrete rilasciare una recensione su Amazon dopo la lettura, come sempre ve ne sarò grata.
Quale importanza riveste per voi il mondo narrativo? È al centro della vostra attenzione, oppure rimane soprattutto un accessorio?
BOLLETTINO DELL’AUTORE
Periodo un po’ impegnato su altri fronti. Nei ritagli di tempo liberi sto riprendendo in mano un mio testo, già pubblicato in passato, per decidere del suo futuro. Intanto aspetto con una certa curiosità di scoprire se e come un nuovo progetto potrà prendere il via.
BOLLETTINO DEL LETTORE
Per il compleanno mi è arrivato in regalo il Kindle Paperwhite, perciò posso smettere di mendicare libri in formato pdf agli autori che pubblicano su Amazon. Al momento sto leggendo Invisible Acts of Power, di Caroline Myss, e A Breath of Snow and Ashes, sesto libro della saga Outlander di Diana Gabaldon (corrispondente all’undicesimo-dodicesimo libro in italiano).
Grazia Gironella, nata a Bologna, vive ai piedi delle montagne friulane ed è appassionata di natura e discipline orientali. Tra le sue pubblicazioni: La strada che non scegli (biografia); Cercando Goran (Searching for Goran in lingua inglese), Veronica c’è e Tutti gli amori imperfetti (romanzi); Tarja dei lupi e La pace di Jacum (racconti lunghi), e il manuale di scrittura creativa Nel cuore della storia.
20 commenti
Elena
Grazie per avermi citata, leggerti è stato un vero piacere! Quanto al post, leggendo mi sono venuti in mente due mondi diversi che ho amato molto : la terra di mezzo di Talkien e il mondo de "Il trono di spade". Il primo romanzo, il signore degli anelli, l'ho letto due volte e ne sono innamorata. Non mi sono mai persa nel mondo descritto dall'autore, anche se faceva girare i personaggi come trottole. Mentre condivido l'impressione su "L'amica geniale". Un libro scritto in modo magistrale ma che non mi ha dato alcuna emozione. Sono dunque d'accordo con te (e con il tuo figliolo) : il mondo narrativo è importante quanto i suoi personaggi. Chi vorrebbe fermarsi in un posto in cui non si sente accolta? ????
Grazia
E' proprio così, e non c'è ragionamento che possa cambiare questa impressione. Della serie: anche i cult mondiali hanno qualche lettore scontento.
Marco Freccero
Il mio mondo narrativo si sa che è… Savona
Mi piace (ovviamente!) perché è fuori da tutte le "rotte" e conoscenze. È come parlare di… Boh, Belluno o Pordenone, non è celebrato e "conosciuto" come Roma, Napoli o Milano. Questo dovrebbe stuzzicare un poco l'attenzione di chi legge; almeno spero.
Grazia
Farei fatica a celebrare Pordenone… ma non faccio testo. Il mondo dei tuoi racconti si "sente" molto, anche se non ne parli quasi; traspare, in pratica, eppure si delinea chiaro nell'immaginazione di chi legge, secondo me.
Nadia Banaudi
Felice di aver promosso a pieni voti Veronica e il suo viaggio nel mio post e spero che presto voli in classifica di Amazon.
Io non ho mai letto nessun fantasy quindi non posso dire la mia a riguardo dei titoli citati, ma amo lo stesso infilarmi nel mondo narrativo e calpestarne il suolo. Se un libro mi resta nel cuore è anche per merito suo, altrimenti diventa uno dei tanti letti.
Grazia
Hai ragione, la qualità del mondo della storia fa sì che rimanga più o meno impressa nella nostra memoria di lettori.
Sandra
Wow io ho frequentato il corso di tecniche narrative di Davide pinardi e queste cose sul topos le ho sentite dal vivo.
Grazia
Deve essere stato un corso interessante! A suo tempo mi sono appassionata molto ai libri di scrittura creativa, ma immagino che l'esperienza dal vivo abbia qualcosa in più, se l'insegnante ti piace.
Monica
Congratulazioni per la nuova uscita! Bella la cover e bella la trama, penso proprio che lo prenderò!
Quanto alle saghe, sì, il mondo che creano è sempre magico proprio perché ti lega a sé libro dopo libro, capitolo dopo capitolo, e anche l'attesa, per quanto snervante, aiuta. A me piacciono un sacco, e ho finito pure per scriverne una, con la speranza che crei la stessa magia che cerco nei romanzi che leggo!
Grazia
Ehilà, Monica, è un piacere sentirti! Ti ringrazio molto per l'intenzione; spero che la storia di Veronica ti piacerà, anche se non è di genere fantasy.
Ferruccio Gianola
Nei miei racconti e nelle mie storie non riesco a esularmi dal mio "mondo", però capisco benissimo il tuo punto di vista. Tuttavia credo di essere attratto dal mondo interiore dello scrittore, mondo interiore poi che mette nell'opera stessa.
Grazia
In definitiva il mondo esterno è importante per i suoi effetti sul mondo interiore. Il fulcro è sempre dentro di noi.
Ferruccio Gianola
Nei mondi che leggiamo, credo, cerchiamo noi stessi!
Giulia Lu Mancini
Il mondo narrativo per me è molto importante, mi piace immaginare i luoghi in cui è ambientato un romanzo, però deve essere un luogo reale che io possa visitare o avere la possibilità di visitare, forse è anche per questo che non amo i fantasy. Io adoro l'Italia, ma amo molto anche alcuni paesi esteri. I romanzi aiutano anche un po' a viaggiare.
Grazia
Oh sì, lo fanno, e anche in modo più efficace dei viaggi reali, a volte!
Cristina M. Cavaliere
A me piace l'Italia, ma un'Italia di tanti secoli fa per cui non so se sia la stessa cosa. In effetti in riuscirei ad ambientare una storia nella nostra penisola, ambientandola ai giorni nostri. Anch'io non leggo narrativa italiana, a parte rare eccezioni. Per allestire un mondo fantastico da cima a fondo credo occorra avere una visione molto rigorosa e potente nello stesso tempo, pianificando tutto nei minimi particolari…
Grazia
Rigorosa e potente, proprio così; sennò ci avrei già provato da un pezzo! Anzi, veramente ci ho provato, ma è stato proprio quando ho iniziato a scrivere, perciò altro che rigorosa e potente…
Cristina M. Cavaliere
… se poi il modello è Tolkien, avremo sempre il fiato corto.
Luz
Comprendo perfettamente questo tuo discorso e lo condivido: sento anch'io di voler tornare dove un determinato scrittore mi ha idealmente portato. Mi viene in mente Thornfield Hall, il luogo dove Jane Eyre decide il suo destino. È oscuro, spesso avvolto in coltri nebbiose, tipico paesaggio umido dell'alta Inghilterra, però… è affascinante, ci si può immergere in quelle lande sentendone l'odore.
È un esempio fra miriadi, ma ciò che voglio dire è che quando vogliamo tornarci è perché il nostro coinvolgimento è totale, sensoriale.
Io dico che saresti un'ottima scrittrice anche d'altro genere. Buttati. Scrivi bene!
Grazia
Grazie, Luana! Fino a oggi ho scritto saggi, racconti, un romanzo mystery e due per Young Adults. Mi piace cambiare. Chissà che genere hai in mente tu per me!