Scrittura

Schivare la verità

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In un modo o nell’altro, scrivere ci porta nel profondo di noi stessi, che non sempre è la destinazione per cui abbiamo acquistato il biglietto.

Toccare la nostra verità interiore può farci sentire in pericolo, come se ci mettessimo a nudo o rivelassimo i nostri segreti. Sfuggire a questa verità profonda, però, ci fa perdere un motore fondamentale per la nostra scrittura.

Judy Reeves, nel suo libro A Writer’s Book of Days, sostiene che la nostra “fuga” è di solito accompagnata da alcuni indizi:

– Cambiare argomento

– Dilungarci in dettagli privi di significato

– Concludere

– Diventare superficiali, approssimativi

– Essere corretti, controllati

– Non entrare in argomento

– Affrettarsi verso l’argomento successivo

– Ignorare qualcosa di evidente

– Liberarsi del messaggero (far morire o uscire di scena il personaggio che ci disturba)

– Distrarre l’attenzione dall’argomento introducendo interruzioni esterne o affollando la scena di personaggi

– Non riuscire a proseguire la narrazione

– Avere voglia di iniziare un’altra storia

Forse non è il caso di diventare paranoici sotto questo aspetto – scrivere è già abbastanza complicato! – ma la Reeves secondo me tocca un punto importante: la scena che non riesce bene nonostante tutti i nostri sforzi, il paragrafo così breve per un evento importante, l’attrazione per una nuova storia, sono segnali da comprendere prima di passare oltre.   

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