Schivare la verità
In un modo o nell’altro, scrivere ci porta nel profondo di noi stessi, che non sempre è la destinazione per cui abbiamo acquistato il biglietto.
Toccare la nostra verità interiore può farci sentire in pericolo, come se ci mettessimo a nudo o rivelassimo i nostri segreti. Sfuggire a questa verità profonda, però, ci fa perdere un motore fondamentale per la nostra scrittura.
Judy Reeves, nel suo libro A Writer’s Book of Days, sostiene che la nostra “fuga” è di solito accompagnata da alcuni indizi:
– Cambiare argomento
– Dilungarci in dettagli privi di significato
– Concludere
– Diventare superficiali, approssimativi
– Essere corretti, controllati
– Non entrare in argomento
– Affrettarsi verso l’argomento successivo
– Ignorare qualcosa di evidente
– Liberarsi del messaggero (far morire o uscire di scena il personaggio che ci disturba)
– Distrarre l’attenzione dall’argomento introducendo interruzioni esterne o affollando la scena di personaggi
– Non riuscire a proseguire la narrazione
– Avere voglia di iniziare un’altra storia
Forse non è il caso di diventare paranoici sotto questo aspetto – scrivere è già abbastanza complicato! – ma la Reeves secondo me tocca un punto importante: la scena che non riesce bene nonostante tutti i nostri sforzi, il paragrafo così breve per un evento importante, l’attrazione per una nuova storia, sono segnali da comprendere prima di passare oltre.

Grazia Gironella, nata a Bologna, vive ai piedi delle montagne friulane ed è appassionata di natura e discipline orientali. Tra le sue pubblicazioni: La strada che non scegli (biografia); Cercando Goran (Searching for Goran in lingua inglese), Veronica c’è e Tutti gli amori imperfetti (romanzi); Tarja dei lupi e La pace di Jacum (racconti lunghi), e il manuale di scrittura creativa Nel cuore della storia.
Identikit dello scrittore dilettante
La sottotrama oltre la trama
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