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Il talento secondo Elisabeth George

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Scrivere continua a essere un proposito che mi spaventa, perché sento di non avere un particolare talento, e mi domando per quanto tempo riuscirò a strizzare fuori romanzi dalla mia magra riserva di doni. Ogni giorno vado al computer e spero per il meglio. Ma quando leggo certi straordinari romanzi d’esordio – come Ritorno a Cold Mountain o Il talento del dolore – penso: cosa sto facendo? Santo cielo, sono una narratrice così insignificante in confronto ad autori del genere! Poi mi dico che posso solo fare del mio meglio, raccontando la storia nel modo migliore che conosco, e lascio il resto a Dio.

Elisabeth George, scrittrice statunitense, ha al suo attivo diciotto romanzi gialli, da cui è stata tratta anche una serie televisiva. Per ogni romanzo che scrive, la George tiene un diario in cui annota dettagli tecnici e riflessioni, che usa come stimolo e incoraggiamento per scrivere il romanzo successivo. Il brano proviene da uno di questi diari.

11 commenti

    • Grazia Gironella

      Infatti è proprio per questo che ho postato la frase. Al di là della sua fiducia nella provvidenza (che non è di tutti), mi colpisce il fatto che lei si senta proprio come noi scrittori implumi. Forse questa mancanza di fiducia in se stessi è tipica degli scrittori? Gli altri artisti, pittori o cantanti o musicisti che siano, si mettono gli stessi problemi? Certe volte mi domando se non siamo una razza un po' paranoica…

  • Francesca

    Questo mi fa ricordare un aneddoto che raccontava la mia professoressa d'italiano alle medie: suo zio, dopo avere letto "I promessi sposi", avrebbe sentenziato: "Non leggerò più nulla, dopo questo romanzo! E' scritto così bene che non potrei leggere nient'altro allo stesso livello!". Non capivo perché lo zio non potesse leggere altro, magari anche di livello meno alto (per quanto, già allora, mi venissero in mente altri romanzi a pari merito). Ebbi da subito il sospetto che il signore semplicemente non avesse più voglia di leggere.

    • Grazia Gironella

      La George ha avuto la buona idea di andare oltre. Che peccato per lo zio, fermarsi ai Promessi Sposi… d'altra parte deve essere stata un'esperienza indimenticabile per lui. (A me non è mai capitato di voler smettere di leggere per quello, semmai mi è venuta voglia di leggere il doppio.)

  • Cristina M. Cavaliere

    Bella la frase che hai scelto. Anche Virginia Woolf teneva un diario incentrato prevalentemente su ciò che stava scrivendo ed è interessante se lo si legge dopo i suoi capolavori.

    Ritornando alla frase, oltre che una narratrice insignificante a me sembra spesso di risuonare come una voce nel deserto (con tutto il rispetto per Giovanni Battista…).

    • Grazia Gironella

      La voce che risuona nel deserto – Battista a parte – è un'immagine (si può dire di un suono?) molto bella. Non dà l'idea di una situazione sgradevole, tutt'altro.

  • Gloria Vanni

    "..Santo cielo, sono una narratrice così insignificante in confronto ad autori del genere!" Che scemenza assurda per le mie orecchie! Ragazze vi invito a leggere il prossimo libro di Grazia Gironella, in uscita il 12 gennaio 2015, di cui ho avuto la fortuna di avere qualche assaggio: grande scrittrice! E grande donna, grazie, pregi, scusi torno… Ti/vi auguro un 2015 zeppo di sorrisi

    • Grazia Gironella

      Gloria, sei un tornado! Grazie mille dei complimenti. Però non sono io che faccio la modesta, ma Elisabeth George, che dall'alto dei suoi romanzi diffusi e tradotti esprime gli stessi dubbi di tutti noi scrittori-in-progress. Quanto al libro che esce il 12 gennaio ("La via delle parole"), un po' di promozione ci sta bene… anzi, sembra che l'abbiamo organizzata ad arte! Tanti auguri anche a te.

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